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ITALIACala il lavoro in "nero"

31.08.16 - 12:43
Gli occupati irregolari sono diminuiti di 250mila unità rispetto al 2015 ma il tema «rimane rilevante»
Cala il lavoro in "nero"
Gli occupati irregolari sono diminuiti di 250mila unità rispetto al 2015 ma il tema «rimane rilevante»

ROMA - Cala il lavoro "nero" in Italia: nel 2016 sono stimati «1,85 milioni» di occupati irregolari («a fronte di 5,8 milioni di imprese attive»), cifra in discesa di 250.000 unità sul 2015. Scende, ma «rimane consistente», l'evasione fiscale e previdenziale che «si attesta a 22,6 miliardi» (nel 2015 era di 25 miliardi).

È quanto rivela oggi l'indagine di Fondazione studi Consulenti del lavoro. Sul calo del "nero" pesa lo sgravio contributivo che ha spinto le aziende a far emergere rapporti irregolari, «soprattutto negli ultimi giorni del mese di dicembre 2015».

Il capitolo del lavoro sommerso, tuttavia, osservano i consulenti, malgrado la flessione del 2016, «rimane rilevante» nel mercato italiano, poiché «nei primi 6 mesi dell'anno mediamente un'azienda su 3 tra quelle ispezionate» si avvale di personale non dichiarato (su 67.108 realtà produttive passate al setaccio sono stati riscontrati 21.401 impiegati irregolari).

Il tasso di non conformità alle norme nelle imprese controllate è «pari al 61,23%, in aumento di 2,34 punti percentuali rispetto al primo semestre 2015».

Scende anche la disoccupazione - Il tasso di disoccupazione in Italia è sceso all'11,4% a luglio, in calo di 0,1 punti percentuali su giugno. Torna così al livello di maggio. Lo indica l'istituto italiano di statistica (Istat).

I disoccupati (2,9 milioni) diminuiscono dell'1,3% rispetto a giugno (-39 mila). Il calo interessa sia gli uomini (-1,4%) sia le donne (-1,2%) e tutte le classi di età eccetto i 15-24enni (+23 mila) e i 25-34enni (+38 mila). A questa riduzione contribuisce anche l'aumento degli inattivi (+53 mila).

A luglio, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi, è pari al 39,2%, in aumento di 2 punti percentuali rispetto al mese precedente. Risale così ai livelli dell'inizio dell'anno.

Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi.

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