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Lo ha affermato oggi a Neuchâtel il direttore della Federazione orologiera Jean-Daniel Pasche
NEUCHATEL - L'export di orologi nel 2016 dovrebbe calare. La flessione attesa è inferiore al 10% ma potrebbe anche essere molto superiore a seconda del marchio. Lo ha affermato oggi a Neuchâtel il direttore della Federazione orologiera (FH) Jean-Daniel Pasche, a margine della giornata annuale dell'associazione.
Stando a Pasche, «il voto britannico sulla Brexit ha accentuato l'incertezza e la pressione al rialzo del franco». Insomma, il rallentamento osservato per questo settore dalla metà del 2015 dovrebbe proseguire, soprattutto a causa della perdita di slancio, del tutto inattesa, del mercato americano. Si tratta di una cattiva sorpresa, ha sostenuto.
Per quanto riguarda il mercato britannico, Pasche ha dichiarato che quest'ultimo è stato contraddistinto finora da una certa stabilità, dopo aver registrato negli ultimi anni una crescita sostenuta. "Vedremo come le imprese si adegueranno in termini di prezzi e di margini" alla nuova situazione, ha affermato. «Siamo in attesa».
La flessione delle esportazioni orologiere a livello mondiale dovrebbe attestarsi al di sotto del 10% nel 2016. «Ci sarà un effetto di base favorevole nel secondo semestre poiché si era avuto un calo in questo periodo dell'anno scorso», ha spiegato Pasche.
A suo avviso, un consolidamento è normale. Tra il 2010 e la metà del 2015 le esportazioni erano aumentate del 60% e avevano raggiunto livelli record. Lo scorso anno sono diminuite invece del 3,3% a 21,5 miliardi di franchi.
Quanto a licenziamenti e lavoro ridotto, il presidente della FH spera che la situazione rimarrà stabile nella seconda metà dell'anno. Egli ha ricordato che il settore ha creato 10'000 impieghi in cinque anni.
Nel 2015 i posti di lavoro sono diminuiti dello 0,5%; per quest'anno è difficile fare previsioni. «È pure complicato pronosticare se la situazione congiunturale accentuerà il consolidamento del settore e le acquisizioni». Ciò dipenderà non solo dalla situazione economica, ma anche dalle possibilità di successione in seno alle imprese e da aspetti strategici.
