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MELIDEEcco Doityo, l’app che vuole trovarti lavoro

16.09.14 - 06:06
La rivoluzione parte da internet: se l’assunzione è un sogno, meglio diventare imprenditori di sé stessi
Foto Ticinonline
Ecco Doityo, l’app che vuole trovarti lavoro
La rivoluzione parte da internet: se l’assunzione è un sogno, meglio diventare imprenditori di sé stessi

MELIDE - Non è mai troppo tardi per sognare: nemmeno se sono passati ormai vent’anni dall’idea e quando ti chiedono l’età ti tocca dire il numero che tanto spaventava. Nel 1996 Davide Alfano già immaginava un mondo in cui ciascuno fosse «imprenditore di se stesso». Disegnava un futuro a sua misura e a malincuore accantonava presto ogni progetto. «All’epoca non avevo le risorse sufficienti per poterlo sostenere – sospira ma senza più rammarico - I costi erano improponibili».

Dall’edilizia alle app - La Bdt trading per lui fu salvezza e anche ripiego. Mantenne la sigla della società che doveva essere altro, acronimo di Borsa Della Tecnica; stravolse i contenuti, “qualità in casa” il sottotitolo che ancora fa da slogan, per adattarsi con spirito pragmatico alla realtà di allora. Adesso, però, è tutta un’altra cosa. Sono arrivate nel frattempo una moglie e le due figlie, l’affermazione come imprenditore nell’ambito dell’edilizia e nel settore del riscaldamento. «Così ho deciso di dare nuova linfa al mio interesse».

 

Da un mese sugli store - Cinquant’anni, di Melide, col computer Davide da sempre si destreggia quel tanto che serve: non a sufficienza per sviluppare un app che da quasi quattro settimane è sugli store di Apple e Android. «L’ho commissionata alla Tmw solution di Mendrisio». Ha pagato la realizzazione tutta di sua tasca, senza poter contribuire con la sua opera d’ingegno: ma ora guarda Doityo sopra lo smartphone e tanto basta per sentirsi bene. Anche se servono altri quattrini per far pubblicità e nutrire la speranza di successo. Sa bene che il discrimine sta tutto lì: l’ha imparato in questi mesi. Non conta solo quanto buona sia un’applicazione; conta il modo in cui poi la si piazza sul mercato, in gergo più spartano e immediato “la si vende”.

 

Galeotto fu un box doccia - Un Airbnb del mondo del lavoro, dove domanda e offerta si incontrano come cosa spontanea: ovvia. Il nome è una contrazione di Do it yourself, fai da solo. Un anno e mezzo fa Davide era nel bagno di casa, tentava indispettito di montare un box doccia. «Nella vita quotidiana si verificano tante situazioni di quel genere. Hai bisogno di qualcuno per un lavoro a breve termine, non sai chi contattare». Sarebbe tutto così facile se si potesse domandare allo schermo di un computer; o ancora meglio al display di quel telefonino che si porta puntualmente in tasca, anche quando si è dediti alle arti manuali. «È stato in quel momento che sono andato a recuperare il mio passato. Ho ripreso l’idea e ho cominciato a elaborarla. Ho stimato costi, predisposto studi di fattibilità».

 

Obiettivo: conquistare il mondo - Come si procede, quando si decide e si è ben consci «del mio handicap: non avere alcuna nozione di programmazione»? Niente di straordinario, sulle prime. «L’ideale sarebbe affidarsi a un amico. I miei erano troppo adulti e arrivati per lanciarsi in questa mia avventura strana. Ho cercato appoggi nei centri di promozione per le start up. Non sono venuti. Così ho fatto da me». Non poteva che andare in questo modo, per un’app che proprio all’autonomia aspira e mira un giorno a «espandersi in tutto il mondo», ma sempre con lo scopo di favorire uno scambio di prossimità.

 

Anche il lavoro è solidale - La filosofia è quella del lavoro solidale e indipendente. «Sono convinto che il lavoro c’è, per tutti: a prescindere dalla crisi. Ma sono cambiati i modi. Il contratto dipendente è superato. Doityo non punta all’assunzione. Cerca di risolvere piuttosto quell’incapacità di comunicare che lascia la gente isolata e sfaccendata. Offre l’opportunità di profilarsi. Ci si iscrive, gratuitamente. Si specificano doti e attitudini, i periodi di disponibilità». Non resta che attendere, a quel punto, che qualcuno inserisca un’offerta compatibile con il profilo, spiegando il lavoro che gli serve e proponendo il prezzo che è disponibile a pagare. «Non sei tu a definirlo. Doityo non è un modo per implementare un’attività già avviata: anche se non siamo in grado di evitare che un piccolo imprenditore possa adattarsi al sistema e usare l’app per lavorare fuori dall’orario aziendale. Non è neanche una bacheca di annunci, non lo sarà mai. È l’offerta che incontra la domanda».

 

I costi per l’utente - Bastano pochi filtri: per categoria, per geolocalizzazione, per distanza dal punto in cui ci si trova: un click e, a network consolidato, si potrà trovare chi fa al caso proprio. «Doityo non fa mediazione. Sta fuori dalla contrattazione e dalla transazione finanziaria, almeno per adesso. Semplicemente mette in contatto». Riceve una percentuale nel caso in cui l’affare vada in porto, proporzionale alla somma pattuita: 2 crediti fino ai 50 franchi, 4 dai 50 ai 150, 6 fino ai 250, 12 oltre i 350. Il primo pacchetto di crediti è in omaggio, poi si acquistano: 5 crediti per cinque franchi, dieci per 9 franchi, 100 per 85 franchi. «Non siamo un tramite, ma il mezzo. A differenza delle agenzie di collocamento, che hanno come obiettivo l’assunzione, mettiamo in mostra delle professionalità e favoriamo il contatto immediato. Promuoviamo la microimprenditorialità. I feedback sono un incentivo a restare con noi: ti costruisci un biglietto da visita, finché un giorno avrai la forza di svincolarti».

 

Far emergere il nero - A quel punto Doityo avrebbe raggiunto pienamente l’obiettivo. Che è una «condivisione solidale del lavoro: se Doityo deve avere successo, spero l’abbia per questo. È il motivo per cui a stabilire la cifra è chi offre un’occupazione. Chi sta con noi deve condividere la nostra visione, non ragionare al ribasso. Dare a ciascuno la cifra che è adatta alla sua situazione e ai suoi bisogni, diversa a seconda che tu sia un disoccupato con famiglia o uno studente che si deve pagare le vacanze». Obiettivo idealistico, difficile: così come difficile è tenersi lontano dal lavoro nero. «Quanto a questo, è una questione morale. Il nero si fa a prescindere da Doityo. L’app anzi ha lo scopo di far emergere il sommerso: il sommerso esiste perché non finora c’era la facilità di farlo emergere. Eccola qui. A questo proposito, per il futuro, pensiamo anche di introdurre un sistema di pagamento dove siano dedotte alla fonte le tasse, a seconda della nazione di appartenenza». Fantasticherie, per il momento, come quella di diventare intermediari con le banche nel caso in cui un iscritto voglia mettersi in proprio; fare da garanti, dimostrare il valore e le possibilità di riuscita attraverso i commenti positivi di chi ha ricevuto un servizio.

 

Redistribuire l’intraprendenza - Target: «dai 18 ai 40, credo. Ma si definirà da solo». Si incentiva l’intraprendenza, la si distribuisce in maniera equa. «Già, il lavoro che c’è non è ben distribuito. Per questo bisogna cambiare il sistema. Grazie alla tecnologia, il mercato non è più quello di una volta. Il futuro è l’imprenditoria personale. È una visione nuova, al passo coi tempi. Lo dico a discapito mio: i miei dipendenti potrebbero scoprire di essere eccellenti imprenditori di se stessi» .

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