Gli acquisti all'estero corrispondono circa al 10% dell'insieme delle vendite del commercio al dettaglio in Svizzera, rivela in un comunicato odierno l'istituto GfK. L'inchiesta, effettuata per la seconda volta, è stata commissionata dalla Comunità d'interessi del commercio al dettaglio (CI-CDS), che riunisce Migros, Coop, Manor, Denner, Valora e Charles Vögele.
Lo studio, basato su un campione di 4'500 persone, mostra che gli acquisti avvenuti durante vacanze o viaggi d'affari hanno raggiungo i 3,8 miliardi di franchi, in crescita del 3%. Gli acquisti online hanno totalizzato 1,2 miliardi.
Le derrate alimentari così come i prodotti di pulizia e d'intrattenimento fanno la parte del leone con 3,4 miliardi di franchi. Seguono vestiti e calzature (2,5 miliardi). Le spese maggiori si registrano in Germania (4,8 miliardi), seguita dalla Francia (1,8 miliardi) e dall'Italia (800 milioni).
Il turismo della spesa ha conosciuto un aumento soprattutto nella Svizzera romanda, con una crescita del 26% a 1,2 miliardi di franchi. L'ampiezza del fenomeno obbliga il settore del commercio al dettaglio a migliorare la qualità di prodotti e serviti e praticare una politica dei prezzi più attrattiva.
Fra le motivazioni che spingono a fare acquisti all'estero si trovano gli orari di apertura dei negozi, argomento particolarmente rilevante in Ticino, a Neuchâtel e a Ginevra, sostiene GfK.