Cerca e trova immobili

SVIZZERAUn ticinese sul Reno, la sfida di Tito Tettamanti

15.12.11 - 19:43
Intervista della Basler Zeitung al suo nuovo proprietario
None
Un ticinese sul Reno, la sfida di Tito Tettamanti
Intervista della Basler Zeitung al suo nuovo proprietario

ZURIGO - Tito Tettamanti è tornato a Basilea. Un anno dopo averla lasciata, il finanziere ticinese è di nuovo proprietario della Basler Zeitung. Tettamanti ha rilevato le azioni di BaZ Holding AG, cedute da Moritz Suter a Rahel Blocher, figlia del consigliere nazionale Christoph Blocher. Presidente del cda della BaZ è il consigliere nazionale liberale radicale Filippo Leutenegger.

Lunedì scorso il fondatore di Crossair Moritz Suter aveva annunciato la vendita della totalità delle azioni di BaZ Holding AG, in seguito ad articoli di stampa che hanno rivelato come in realtà Suter abbia agito grazie ai finanziamenti della società Robinvest della famiglia Blocher.

Signor Tettamanti, lei ha indetto una conferenza stampa a Zurigo per annunciare il suo acquisto della Basler Zeitung. Non è un inizio un po' irrispettoso nei confronti dei basilesi?
“Ma no. Si tratta, principalmente, di rendere pubblica la costituzione della “Holding für Medienvielfalt” (Holding per la pluralità). L'acquisto della Baseler Zeitung è soltanto parte della nostra strategia. La MedienVielfalt Holding  opererà in tutta la Svizzera. Tutti, nell'intero paese, dovrebbero essere d’accordo sul fatto che la proprietà dei giornali non debba essere concentrata in mano a pochi e grandi editori".

Un anno fa aveva venduto la BaZ. Ora il suo ritorno a sorpresa. Cos'è cambiato nel frattempo?
“Il mio ritorno è dovuto a diverse ragioni. Innanzitutto si è formato, insieme al sottoscritto, un gruppo di persone che sostengono le mie idee. In secondo luogo il giornale è riuscito a migliorare la propria qualità. E questo lo sostengono addirittura i critici del redattore capo. In terzo luogo a Basilea la Baseler Zeitung ha nuovi concorrenti e questo rappresenta un elemento di pluralismo vero. E tutto ciò facilita le cose, in quanto  abbiamo la possibilità di stampare un giornale profilato. Inoltre per me, diversamente dall'ultima volta, questa operazione non rappresenta soltanto un ulteriore investimento. No, in questa operazione vi è anche un poco della mia passione, perché la BaZ può essere un mezzo di trasmissione dei nostri concetti. E alla fine mi hanno chiesto se volevo di nuovo rientrare nel progetto e io ho detto di sì”.

Chi le ha chiesto di rientrare?
“Christoph Blocher”.

Quando?
“Il 13 ottobre, a casa mia, a Lugano”.

Da adesso che ruolo ha Christoph Blocher alla Baseler Zeitung?
“Christoph Blocher, come era già accaduto un anno fa, mi ha dato garanzia, nel caso di possibili perdite. Perdite che potrebbero registrarsi in relazione al risanamento del comparto industriale della Basler. Altrimenti la famiglia Blocher non ha nulla a che fare con la BaZ”.

E in cambio Blocher cosa ottiene?
“Ha ottenuto, come voleva, che io rientrassi alla BaZ”.

E Lei da chi ha acquistato le azioni?
“Da Rahel Blocher. Da quello che so, le azioni le ha comprate lunedì scorso da Moritz Suter. Prima di allora Rahel non aveva mai posseduto azioni del gruppo”.

Rahel Blocher ha investito 70 milioni di franchi nella BaZ?
“Non lo so. Ho sentito anche altri nomi, tra cui quello di Ospel. Ma non mi interessa. La cosa riguardava Moritz Suter”.

La Robinvest di Blocher sarà coinvolta nell'operazione di risanamento della BaZ?
“No, il compito ora è di Filippo Leutenegger, che attraverso la Jean Frey, ha svolto lo stesso lavoro per me”.

Lei ritiene che il risanamento della BaZ potrà essere fatta senza un massiccio ricorso ai licenziamenti?
“E' ancora troppo presto per dirlo. Filippo Leutenegger dovrà prima di tutto effettuare un'analisi finanziaria approfondita della situazione. Soltanto a quel punto si procederà a ulteriori passi”.

Quali sono gli obiettivi che vuole raggiungere con questa MedienVielfalt Holding?
“L'intenzione è quella di creare una vera pluralità d'informazione. Pluralità significa non avere molte orchestre che suonano sempre la stessa musica, bensì molte orchestre che ne suonano differenti”.

Quale tipo di musica le manca?
“A me piace la musica "liberale". Ma sono anche pronto al confronto e allo scontro di idee. Non possiamo più permetterci di seguire soltanto il meanstream”.

Cosa pretende lei dalla BaZ?
“Mi affido a due uomini di esperienza. Al redattore capo Markus Somm, che gode del mio massimo sostegno e al mio amico e presidente di Cda Filippo Leutenegger”.

Nel consiglio di amministrazione ora siede anche Adriana Ospel, la moglie di Marcel Ospel. Come mai?
“Perché mi pone ora questa domanda? Esiste un divieto di lavoro per una donna, solo perché si chiama Ospel? E' una signora molto intelligente. E' per questo che ci siamo decisi per lei”.

Come si collocherà la BaZ in futuro?
“Per un quotidiano sono quattro i punti importanti. Primo: il legame alla realtà locale e regionale. Chi vuole essere, per così dire, compartecipe, di quello che succede nella propria città o regione, o vuole sapere chi è deceduto, o leggere una notizia locale, acquista un giornale regionale. Secondo: sono sempre più convinto che opinioni e commenti di diversa estrazione sono importanti. Le notizie sono ormai bruciate quando appaiono sul giornale. Trovo quindi importante la possibilità di poter sentire le voci di Basilea e non soltanto quelle di Zurigo. Terzo: viviamo in uno stato federale. Per questo motivo non ci sarà mai un unico giornale che possa riferire di tutta Svizzera. Ed è per questo che c'è posto per una Basler Zeitung indipendente”.

Per la BaZ non si è rivelata negativa la disdetta degli abbonamenti a causa di un'impronta ideologica del giornale che non piace più?
“Vedremo se nei fatti il giornale sarà accolto male dal pubblico. Molti lettori ritengono che il giornale sia migliorato di molto rispetto al passato. E quindi ci sono nuovi abbonati”.

L'ultima volta ha lasciato Basilea non proprio con toni pacifici, dicendo che i basilesi sono di "mentalità ristretta". Lei come pensa che verrà accolto nella città sul Reno?
“Allora la reazione a Basilea è stata, per un certo verso, giustificata. E' stato un errore non dire subito che la Robinvest di Blocher avrebbe avuto il compito di risanare la componente industriale della BaZ. Ora sono tornato per lottare, per portare avanti certe idee, con coraggio e controcorrente. Credo che sarò accolto bene. Naturalmente non da tutti”.

A Basilea sono molti coloro che sono arrabbiati perché negli ultimi due anni non è stata detta la verità sui veri proprietari del BaZ…
“Su questo punto è stata fatta troppo confusione e non posso aggiungere altro. Anch'io ho sbagliato, ma ora guardo avanti”.

Come mai “l'intermezzo” con Moritz Suter non è riuscito?
“Stimo molto Moritz Suter. Pensava che, grazie alla sua personalità gli sarebbe andata bene e che sarebbe riuscito a calmare le acque con l'acquisizione della proprietà azionaria. Ma è stato un errore di valutazione. E' evidente che il suo finanziatore non era pronto a metterci la faccia. Inoltre era nata l'idea di dare nelle mani dei basilesi il giornale, attraverso un'OPA, ma senza successo. Chi avrebbe voluto acquistare le azioni BaZ in borsa?

La BaZ è ora sotto il tetto della nuova holding für MedienVielfalt. Progettate anche l'acquisizione della "Weltwoche"?
“Non ho parlato con Roger Köppel. Comunque non se ne parla proprio. Köppel vorrà condurre da solo la Weltwoche”.

A Basilea esiste anche una "Fondazione per la pluralità dei media" di Beatrice Oeri, di cui c'è dietro la Tageswoche. Lei ha fondato la "Medienvielfalt Holding". Un caso o è stato voluto?
“Un caso. Quando ce ne siamo accorti era troppo tardi”.

La sede della Holding è a Zugo. Perché?
“Sono in molti ad andare a Zugo. Zugo è in posizione molto centrale (ride)”

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE