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TURCHIA Erdogan si prende anche l'esercito

15.07.18 - 23:11
Il presidente turco ha emesso un nuovo decreto che trasferisce lo stato maggiore delle forze armate sotto il controllo del governo
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Erdogan si prende anche l'esercito
Il presidente turco ha emesso un nuovo decreto che trasferisce lo stato maggiore delle forze armate sotto il controllo del governo

ANKARA - Nell'anniversario del giorno in cui una parte dell'esercito tentò di rovesciarlo, Recep Tayyip Erdogan mette definitivamente l'esercito sotto il suo controllo. Prima di commemorare ad Ankara e Istanbul le vittime del fallito putsch di due anni fa, il presidente turco ha emesso un nuovo decreto che trasferisce lo stato maggiore delle forze armate sotto il controllo del governo.

Un provvedimento frutto dei nuovi poteri del presidenzialismo dal forte valore pratico e simbolico, in un Paese dove per decenni i militari si erano intestati il compito di difendere anche con le armi l'unità e la laicità dello Stato volute dal padre della patria Mustafa Kemal Ataturk.

D'ora in poi, i vertici dell'esercito risponderanno direttamente al ministro della Difesa, alla cui guida Erdogan ha nominato nel suo nuovo esecutivo il generale Hulusi Akar, che fino a una settimana fa era ancora a capo dello stesso stato maggiore. Una dimostrazione plastica del controllo sempre più ampio del presidente anche sul potere militare. Con il nuovo decreto, sarà lui a convocare il Consiglio militare supremo (Yas), che stabilisce le nomine dei vertici dell'esercito, e il Consiglio di sicurezza nazionale (Mgk), che indica le misure da adottare nella lotta al terrorismo.

Assicurati questi nuovi strumenti nelle sue mani, Erdogan si prepara a togliere lo stato d'emergenza. Dopo due anni, almeno 160 mila arresti e 150 mila epurazioni - secondo le stime dell'Onu -, mercoledì finiranno le misure straordinarie, anche se il governo di Ankara ha già precisato di essere pronto a reintrodurle in qualsiasi momento. «Troveremo tutte le cellule» della rete golpista di Fethullah Gulen «e le distruggeremo», ha assicurato ancora oggi Erdogan. Dopo 2'400 condanne, tra cui più di 1'500 ergastoli, la battaglia della Turchia per sradicare i 'gulenisti' dalle istituzioni non è ancora finita. Anche perché l'estradizione dagli Usa della presunta mente del putsch resta improbabile e l'evocazione della sua minaccia sempre a portata di mano.

«Alcuni eventi maligni possono portare cose positive», ha sostenuto Erdogan, rievocando la sua definizione a caldo del golpe come «dono di Allah». Il riferimento è all'introduzione del presidenzialismo, «garanzia che il 15 luglio e altri tentativi simili saranno sepolti nella storia una volta per tutte». Ad Ankara, ha pranzato con le famiglie dei «martiri» e i veterani che nella sanguinosa notte di due anni fa si opposero ai golpisti. Le commemorazioni per gli oltre 250 morti e 2 mila feriti erano iniziate con una recita del Corano, in cui la massima autorità islamica turca, Ali Erbas, aveva lodato chi ha combattuto contro «i traditori pedine di poteri stranieri».

In serata, l'arrivo di Erdogan a Istanbul per un discorso sull'ex ponte del Bosforo, ribattezzato dei Martiri del 15 luglio, che fu tra i luoghi simbolo degli scontri di quella notte, e la presentazione di un nuovo museo dei Martiri del golpe ancora in costruzione.

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COMMENTI
 

centauro 5 anni fa su tio
Boicottiamo la Turchia!!!

sedelin 5 anni fa su tio
Risposta a centauro
già fatto! peccato, perché il paese é meraviglioso.

moma 5 anni fa su tio
Attenzione, le lezioni del dopo Tito, del dopo Ghedda, del dopo Saddam, dovrebbe suggerire di lasciarlo li dov'è, altrimenti sarebbero ulteriori croste per tutti..

Tato50 5 anni fa su tio
M a un......in testa non lo potrebbe prendere così ha tutto e non c'è più lui ?

rojo22 5 anni fa su tio
STOP#Istanbullying the world #STOPInsanbullying the world

seo56 5 anni fa su tio
Siamo a posto... Erdogan = Putin!
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