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VENEZUELAMaduro verso la rielezione

20.05.18 - 23:09
I due candidati che hanno accettato la sfida delle urne - l'ex governatore e chavista dissidente Henri Falcon e il pastore evangelico Javier Bertucci - hanno denunciato gravi irregolarità
Keystone
Maduro verso la rielezione
I due candidati che hanno accettato la sfida delle urne - l'ex governatore e chavista dissidente Henri Falcon e il pastore evangelico Javier Bertucci - hanno denunciato gravi irregolarità

CARACAS - Il Venezuela è allo stremo, con l'inflazione alle stelle, gli scaffali dei negozi semivuoti e le medicine che mancano, ma Nicolas Maduro vincerà lo stesso una sfida elettorale in cui non c'è mai stata alcuna possibilità per i due candidati dell'opposizione, che hanno già denunciato pesanti brogli da parte del partito chavista.

Il presidente venezuelano, tra i primi a votare stamattina subito dopo l'apertura dei seggi, non ha perso l'occasione per rivendicare i propri 'meriti' dichiarando - appena deposta la scheda nell'urna - che «possono dire quello che vogliono di me, ma che dicano che il Venezuela è una dittatura è un'offesa al popolo».

Poco dopo le 10.00 (le 16.00 in Svizzera), a quattro ore dall'apertura dei seggi, avevano votato oltre due milioni e mezzo di venezuelani, il 12,5% degli iscritti, secondo i dati forniti dal ministro della Comunicazione Jorge Rodriguez. Numeri - ha tenuto a sottolineare Rodriguez che è anche responsabile della campagna di Maduro - che dimostrano che le forze politiche che hanno chiamato all'astensione, cioè la maggior parte dell'opposizione, «sono già state sconfitte».

Una conferma del dato dell'astensionismo però, oltre che dai media dell'opposizione, è venuta dalle agenzie internazionali presenti in Venezuela per seguire il voto che hanno diffuso immagini di sedi elettorali semivuote, soprattutto nella capitale Caracas.

Il deputato dell'opposizione José Manuel Olivares - del Partito Primero Justicia, che ha boicottato le elezioni - ha confermato il 12% di affluenza, dandone ovviamente un'interpretazione tutta diversa da quella del governo. Si tratta di «meno della metà di quanto prevedevano loro stessi, e questo rivela che non sta andando nessuno ai seggi elettorali», ha raccontato alla stampa.

I due candidati che hanno accettato la sfida delle urne - l'ex governatore e chavista dissidente Henri Falcon e il pastore evangelico Javier Bertucci - hanno denunciato gravi irregolarità da parte dei militanti del Partito Socialista Unito del Venezuela spiegando di aver raccolto centinaia di denunce.

C'è stata «una generalizzazione di meccanismi di pressione e ricatto politico, compreso il voto di scambio, su settori della popolazione che si intende sottomettere», ha detto l'ex governatore che ha rotto con il Tavolo dell'Unità Democratica (Mud), la coalizione antichavista che ha conquistato una maggioranza parlamentare di due terzi dei seggi nelle politiche del 2015. E lo stesso Consiglio Nazionale Elettorale (Cne), considerato allineato sulle posizioni del governo, ha sentito il bisogno di ribadire che è proibito «pagare incentivi monetari» nei cosiddetti "punti rossi" - gazebo del Psuv istallati vicino al seggi - segnalando inoltre che in decine di casi questi sono stati eretti a meno di 200 metri dalle sede elettorali, contrariamente a quanto stabilito dagli accordi firmati dalle parti.

D'altra parte, dell'opposizione resta ben poco. Lo stesso Mud è stato escluso dal voto, per aver appoggiato l'astensione alle ultime elezioni locali, e ai suoi principali leader è stato impedito di partecipare alla sfida: Henrique Capriles - che Maduro sconfisse per appena l'1,3% del voti nel 2013 - si è visto sospendere i diritti civili per presunte irregolarità amministrative; Leopoldo Lopez è agli arresti domiciliari e sconta una pena di 12 anni e Antonio Ledezma, ex sindaco di Caracas, si è auto esiliato all'estero dopo essere stato arrestato e accusato di trame golpiste.

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