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TURCHIAErdogan alla sfida finale: voto anticipato al 24 giugno

18.04.18 - 17:55
Le elezioni presidenziali attribuiranno per la prima volta i nuovi poteri introdotti dal contestato referendum costituzionale del 2017
Keystone / EPA
Erdogan alla sfida finale: voto anticipato al 24 giugno
Le elezioni presidenziali attribuiranno per la prima volta i nuovi poteri introdotti dal contestato referendum costituzionale del 2017

ANKARA - La Turchia torna alle urne. Con un anticipo di oltre un anno, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha convocato per il 24 giugno le elezioni presidenziali che attribuiranno per la prima volta i nuovi poteri introdotti dal contestato referendum costituzionale del 2017.

Un'accelerazione improvvisa, dopo l'appello lanciato ieri dall'alleato Devlet Bahceli, leader dei nazionalisti del Mhp, che nel contestuale voto parlamentare si presenteranno in coalizione con l'Akp di Erdogan. Ma a sorprendere è soprattutto la data, la prima utile contando la durata minima legale della campagna elettorale.

La volontà del 'Sultano' di ricorrere al voto ben prima della scadenza naturale, nel novembre 2019, appariva forte al di là delle sue ripetute smentite. Con il vento in poppa per l'entusiasmo nazionalista scatenato dall'offensiva militare contro i curdi in Siria, Erdogan evita così anche le incognite delle insidiose amministrative del marzo prossimo. Ma la fuga in avanti è ispirata anche dalla traballante situazione economica, con la lira turca piombata nei giorni scorsi ai minimi storici e l'inflazione sempre sopra il 10%, nonostante la crescita record del Prodotto interno lordo (Pil) del 7,4% nel 2017.

«In un periodo in cui gli sviluppi in Siria si sono accelerati, e dobbiamo prendere decisioni molto importanti dagli equilibri macroeconomici ai grandi investimenti, la questione delle elezioni deve essere eliminata dall'agenda al più presto possibile», ha detto Erdogan annunciando alla nazione la chiamata alle urne.

Al voto si andrà sotto lo stato d'emergenza post-golpe, prolungato per altri 3 mesi poche ore dopo l'annuncio delle elezioni anticipate. Una campagna elettorale lampo che sarà quindi complicata anche dalle limitazioni ai raduni pubblici e alla libertà d'espressione. Spinte nell'arena, le opposizioni dovranno definire al più presto strategie e candidati per cercare almeno di costringere Erdogan al ballottaggio, negandogli la soglia del 50% nel voto presidenziale, e strappare al suo Akp la maggioranza assoluta in Parlamento.

L'unica avversaria annunciata è al momento l'ex ministra degli Interni Meral Aksener, transfuga nazionalista e fondatrice del 'Buon partito', che lo sfida da destra ma punta anche al consenso di laici e moderati.

Molti sospettano però che un anticipo così immediato del voto abbia anche l'obiettivo di escludere il suo movimento, che non si sarebbe formalmente costituito in tempo. A decidere sarà il Consiglio elettorale supremo, più volte accusato di aver favorito Erdogan.

La principale forza di opposizione, i socialdemocratici del Chp, potrebbe schierare il suo leader Kemal Kilicdaroglu, che però in passato non è mai riuscito a insidiarlo, o cercare un nome nuovo per allargare il campo. Anche perché l'altro partito presente in Parlamento, il filo-curdo Hdp, arriverà alle urne con una dozzina di deputati in carcere, tra cui la figura più carismatica, 'l'Obama curdo' Selahattin Demirtas, in galera da un anno e mezzo.

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