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KOSOVOIl Kosovo festeggia i 10 anni d'indipendenza

17.02.18 - 11:16
Le strade della capitale sono decorate con la bandiera kosovara e vessilli raffiguranti un cuore con la scritta "Dal Kosovo con amore"
Keystone
Il Kosovo festeggia i 10 anni d'indipendenza
Le strade della capitale sono decorate con la bandiera kosovara e vessilli raffiguranti un cuore con la scritta "Dal Kosovo con amore"

PRISTINA - Kosovo in festa oggi per il decimo anniversario dell'indipendenza dalla Serbia, che resta da parte sua irremovibile sul no alla sovranità di Pristina e continua a considerare il Kosovo una sua provincia meridionale a maggioranza di popolazione albanese.

Le strade della capitale sono decorate con la bandiera kosovara e vessilli raffiguranti un cuore con la scritta "Dal Kosovo con amore", insieme a ringraziamenti nelle lingue di tutti i Paesi che hanno riconosciuto l'indipendenza di Pristina - ufficialmente 116, un numero tuttavia molto controverso, contestato da Belgrado secondo cui alcuni Paesi (fra gli altri Suriname, Guinea Bissau, Burundi) avrebbero revocato la decisione sul si' all'indipendenza. Una campagna per ringraziare i Paesi che hanno riconosciuto il Kosovo indipendente e' stata avviata sulle reti sociali quali Facebook e Twitter.

Il programma dei festeggiamenti prevede fra oggi e domani concerti musicali e di gruppi folkloristici, il cui culmine sarà l'esibizione nella tarda serata di oggi sulla centrale Piazza Skanderberg a Pristina di Rita Ore, nota cantante britannica di origini kosovare. Una mostra sui dieci anni di indipendenza - proclamata nel parlamento kosovaro il 17 febbraio 2008 - è stata allestita alla Biblioteca nazionale.

Per oggi è in programma una seduta solenne del governo guidato dal premier Ramush Haradinaj, mentre domani è in programma - dopo una conferenza celebrativa - una riunione straordinaria del parlamento, a cui seguira' una parata delle Forze di sicurezza e della polizia. A chiudere le celebrazioni un ricevimento offerto dal presidente Hashim Thaci per politici, esponenti della cultura e dell'arte diplomatici, ospiti stranieri.

La Serbia cerca di rovinare la festa - Nel giorno in cui il Kosovo celebra i dieci anni dalla proclamazione d'indipendenza, la Serbia cerca di rovinare la festa, ribadendo la sua strenua opposizione alla sovranità di Pristina e a quello che Belgrado definisce «il cosiddetto Stato del Kosovo».

Il ministro degli esteri Ivica Dacic, parlando oggi in una conferenza stampa, ha annunciato che il Burundi - Paese che ha visitato in questi giorni - ha revocato la sua decisione di riconoscere l'indipendenza del Kosovo. «Questi giorni a Pristina si celebra il decimo anniversario della proclamazione unilaterale di indipendenza del Kosovo. Voglio dare un contributo. Ho portato con me la nota del ministero degli esteri del Burundi con la quale si ritira il riconoscimento del Kosovo», ha detto Dacic.

Ciò dimostra, ha osservato, quanto sia fragile l'indipendenza del Kosovo e quanto sia "falsa" la lista dei 116 Paesi che la dirigenza di Pristina mostra alla popolazione. «Chiedo che mostrino la documentazione relativa a tutti i 116 Paesi. In quella lista vi sono Paesi che non hanno mai riconosciuto il Kosovo", ha affermato il ministro degli esteri secondo il quale la questione del Kosovo non potrà essere risolta senza un accordo con la Serbia.

Dacic è poi tornato a criticare il ministro degli esteri tedesco Sigmar Gabriel, che in una visita a Pristina nei giorni scorsi ha detto che la Serbia dovrà riconoscere l'indipendenza del Kosovo se vuole entrare nella Ue. Parlando di "messaggio arrogante", il ministro ha detto che «ognuno e' libero di pensare ciò che vuole, ma con la Serbia non si può parlare in questo modo».

Toni perentori contro l'indipendenza di Pristina anche da parte di Marko Djuric, direttore dell'Ufficio governativo serbo per il Kosovo. A suo avviso, oggi in realtà si celebrano i dieci anni dalla «distruzione del sistema del diritto internazionale e dei principi di sovranità statale». A suo avviso il vero risultato del "progetto secessionistico" in Kosovo sono stati "quasi 250 mila profughi serbi, i pericoli per le chiese cristiane e i monasteri serbi, i rigurgiti dell'estremismo religioso islamico, della criminalità e dell'illegalità, il più alto tasso di disoccupazione in Europa, una cronica instabilità politica. «Il Kosovo è stato e rimarrà serbo», ha detto Djuric.

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