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FRANCIA«Difenderemo le liste transnazionali»

07.02.18 - 20:36
Secondo Parigi esse contribuiscono a «rafforzare la democrazia europea» creando un «dibattito sulle sfide non strettamente nazionali nelle elezioni europee»
Keystone
«Difenderemo le liste transnazionali»
Secondo Parigi esse contribuiscono a «rafforzare la democrazia europea» creando un «dibattito sulle sfide non strettamente nazionali nelle elezioni europee»

PARIGI - La Francia «continuerà a difendere» l'idea di liste transnazionali al Parlamento europeo «nei mesi e negli anni a venire perché contribuirebbe a rafforzare la democrazia europea creando un dibattito sulle sfide europee e non strettamente nazionali nelle elezioni europee»: è quanto affermano fonti dell'Eliseo dopo il voto di questa mattina in plenaria a Strasburgo. «Già da ora - aggiungono le fonti - l'idea progredisce e il dibattito non verrà richiuso».

La battaglia per rifondare l'Europa, renderla più democratica, deve proseguire ed ampliarsi. Il sistema attuale non suscita l'adesione" dei cittadini, avvertono le fonti vicine al presidente Macron, sottolineando l'urgenza di «ritrovare un vero slancio democratico, un reale dibattito europeo: è tutto il senso delle consultazioni cittadine che verranno lanciate in tutta Europa il prossimo aprile. E' attraverso l'impegno di tutti e il rinnovamento dei metodi, che cambieremo l'Europa». A Parigi tengono anche a ricordare che con il voto odierno il numero totale di europarlamentari è stato ridotto nel quadro del Brexit (da 751 a 705 deputati) e la Francia ha ottenuto 5 seggi supplementari, così da riflettere il suo peso demografico in Europa.

«Il nostro Paese avrà dunque 79 seggi su 705 nel 2019, contro i 74 su 751 attualmente. È un elemento di influenza essenziale per la Francia in Europa», concludono a Parigi. La creazione di liste transnazionali era uno degli strumenti promossi da Emmanuel Macron nel suo discorso sulla rifondazione democratica dell'Unione europea alla Sorbona. Oggi, anche l'ex premier italiano, Enrico Letta, da Parigi, ha deplorato il "no" di Strasburgo, pur aggiungendo che la battaglia non è finita.

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