Le forze di sicurezza del governo hanno usato una forza eccessiva contro i cittadini, usando munizioni vere contro i manifestanti e gas lacrimogeni
NEW YORK - La fine del 2017 ha visto un aumento della repressione delle proteste pacifiche organizzate dalle chiese in Congo, con la morte di almeno cinque persone. Le forze di sicurezza del governo hanno usato una forza eccessiva contro i cittadini, usando munizioni vere contro i manifestanti, gas lacrimogeni all'interno delle chiese e arrestando civili, compresi i chierichetti.
Lo ha detto l'ambasciatrice degli Usa all'Onu, Nikki Haley, sottolineando che le forze di sicurezza congolesi hanno negato all'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite l'accesso a obitori, ospedali e centri di detenzione.
«Ascoltare notizie di tale brutalità e crudeltà contro civili e bambini innocenti nel più sacro dei luoghi è davvero terrificante», ha avvertito Haley. «Il presidente Kabila deve considerare responsabili le sue forze di sicurezza, rispettare i diritti umani dei cittadini e dare seguito all'impegno a dimettersi, in conformità con la costituzione del Congo, dopo le elezioni nel dicembre 2018», ha precisato. Ribadendo che «gli Usa e la comunità internazionale continueranno a lottare per il popolo congolese e la sua democrazia».