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ITALIAOk del governo alla legge sulle intercettazioni

29.12.17 - 20:30
Stop all'utilizzo delle conversazioni captate «come strumento di diffusione di notizie improprie». Entrerà in vigore tra 6 mesi
Keystone
Ok del governo alla legge sulle intercettazioni
Stop all'utilizzo delle conversazioni captate «come strumento di diffusione di notizie improprie». Entrerà in vigore tra 6 mesi

ROMA - Mai più intercettazioni che servono solo a alimentare il gossip o usate per ledere l'immagine delle persone coinvolte o peggio di chi con le indagini non c'entra nulla. Nel primo Consiglio dei ministri dopo lo scioglimento delle Camere, il governo italiano dà il via libera definitivo alla riforma degli ascolti, attesa da un decennio.

È il ministro della Giustizia Andrea Orlando, "padre" della nuova legge - che entrerà in vigore tra 6 mesi - a evidenziarne la portata, lasciando Palazzo Chigi alla fine della riunione. D'ora in avanti «abbiamo un Paese che utilizza le intercettazioni per contrastare la criminalità e non per alimentare i pettegolezzi o distruggere la reputazione di qualcuno», dice il Guardasigilli, spiegando che la riforma "impone una serie di vincoli e divieti", "senza restringere" il ricorso a questo strumento investigativo, «ma anzi autorizzando ad intercettare in un modo più agevole», soprattutto quando si tratta di reati contro la pubblica amministrazione.

Obiettivo dichiarato è impedire di usare le conversazioni captate «come strumento di diffusione di notizie improprie». Con le nuove regole le ordinanze dei giudici potranno contenere solo i "brani essenziali" delle intercettazioni quando servono a motivare la misura. E i colloqui irrilevanti non dovranno nemmeno essere trascritti dalla polizia giudiziaria nei brogliacci, ma finire in un archivio di cui avrà la responsabilità il pubblico ministero.

Una norma che inquieta l'Anm, l'Associazione nazionale magistrati, perché darebbe troppo potere alla polizia giudiziaria e non consentirebbe un effettivo controllo del pm sul suo operato, con il rischio che eventuali errori non potrebbero essere nemmeno scoperti.

«Preoccupazione non fondata» assicura Orlando, spiegando che il testo «è cambiato nel senso auspicato dall'Anm anche se non esattamente come richiedeva» e che la polizia giudiziaria interloquisce con il pm, che resta "il dominus" dell'indagine.

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