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SPAGNAGli "errori" di Puigdemont che possono costargli la libertà

30.10.17 - 17:38
Ore critiche per l'ex presidente del governo catalano. Crisi fra Podemos e Podem 
Keystone / EPA
Gli "errori" di Puigdemont che possono costargli la libertà
Ore critiche per l'ex presidente del governo catalano. Crisi fra Podemos e Podem 

BARCELLONA - Sono le ore più critiche per Carles Puigdemont, l'uomo che fra mille trappole ha portato la Catalogna alla proclamazione della Repubblica venerdì, è stato destituito sabato da Madrid e ora rischia di finire in galera. I commentatori catalani non gli perdonano l'ultimo "errore": non avere avuto i nervi abbastanza saldi giovedì scorso per resistere alle pressioni degli alleati e alle sdrucciolevoli offerte di Madrid e convocare le elezioni, salvando le istituzioni catalane.

Puigdemont è entrato così nella storia come il secondo presidente catalano ad avere proclamato la Repubblica. Ma con un risultato effimero, come fu quello ottenuto da Lluis Companys nel 1934. La Repubblica allora durò 11 ore prima di essere soffocata nel sangue da Madrid. Companys venne arrestato, condannato a 30 anni, poi fucilato dal franchismo.

Il "President" rischia la stessa fine, fucilazione a parte s'intende. La procura spagnola ha chiesto già la sua incriminazione. Rischia 30 anni, nonostante la sua "rivoluzione" sia stata tutta pacifica. Una sproporzione nell'Europa dei diritti dell'uomo del XXI secolo che suscita allarme e potrebbe motivare una richiesta di asilo in Belgio sotto l'ombrello politico dei nazionalisti fiamminghi.

I commentatori hanno visto un Puigdemont «abbattuto» da giovedì. Il "president" si è sentito tradito da tutti. Dalla piazza che lo ha fatto passare da eroe a «traditore» in 5 minuti, quando stava per firmare la convocazione delle elezioni. Dal suo alleato Oriol Junqueras, che l'ha messo con le spalle al muro minacciando di fare cadere il governo. Dal "nemico" Rajoy, che giovedì a mezzogiorno non lo ha chiamato per confermare lo stop al 155 promesso dal mediatore basco Urkullu.

Indipendentista da sempre, Puigdemont non ha cercato il potere, spiega il suo amico Antoni Puigverd. È diventato presidente per caso dopo la rinuncia di Artur Mas. Lo è stato con «franchezza, empatia, naturalezza». «Certo nel momento della verità non ha avuto i nervi d'acciaio, la punta di cinismo e il senso della realtà, la durezza dei grandi politici, figlia di ambizioni eroiche: governare il destino dei popoli». «Ma l'ambizione di Puigdemont - dice Puigverd - è solo essere parte della gente, della sua gente», in mezzo alla quale si è tuffato sabato e domenica a Girona, prima di volare a Bruxelles. «Ora aspetta fatalista la crudele sentenza della storia e quella impietosa dei tribunali spagnoli».

Puigdemont a Bruxelles passando da Marsiglia - Il "President" catalano Carles Puigdemont ha raggiunto con 5 ministri del suo Govern Bruxelles dove secondo alcune fonti potrebbe chiedere asilo politico passando da Marsiglia, riferisce Efe.

I dirigenti catalani - tutti indagati per "ribellione" - hanno viaggiato in auto fino a Marsiglia dove hanno preso un aereo per Bruxelles. Con il President ci sono due ministri del suo partito il Pdecat, Meritxell Borras e Joaquim Forn, e tre di Erc, Antoni Comin, Dolors Bassa e Maritxell Serret.

Parlerà solo domani - Puigdemont parlerà pubblicamente soltanto domani. Lo twitta il corrispondente di Tv3 a Bruxelles Xavi Coral secondo cui Puigdemont è a Bruxelles «in un luogo discreto e sicuro».

Il leader catalano è in Belgio per incontri con i dirigenti nazionalisti fiamminghi. Secondo alcuni media potrebbe chiedere l'asilo politico a Bruxelles dopo che oggi la procura spagnola ha chiesto la sua incriminazione per "ribellione", un reato che prevede condanne fino a 30 anni di carcere.

Catena umana a Girona - Più di mille persone hanno formato una catena umana attorno alla delegazione del governo catalano a Girona per denunciare l'attivazione dell'articolo 155 da parte di Madrid contro la Catalogna e la destituzione dei dirigenti catalani.

La manifestazione si è svolta in forma pacifica e non ci sono stati incidenti. I manifestanti hanno chiesto anche la liberazione dei "detenuti politici" Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, detenuti da due settimane a Madrid.

Crisi fra Podemos e Podem - E' crisi fra la direzione nazionale di Podemos e quella di Podem, ala catalana del partito "viola", sulla crisi in Catalogna.

Il segretario Pablo Iglesias ha sconfessato il leader catalano Dante Fachin accusato di essere troppo vicino ai partiti indipendentisti. Iglesias ha annunciato una alleanza elettorale con il partito del sindaco di Barcellona Ada Colau per le elezioni del 21 dicembre.

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