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ITALIAIl voto elettronico in Lombardia tra polemiche e ritardi

23.10.17 - 21:52
La Regione ha potuto annunciare la chiusura delle operazioni di scrutinio e il numero dei votanti solo in serata, a oltre 20 ore dal termine della consultazione. Il Pd: «Maroni deve chiedere scusa»
Keystone
Non tutto è andato liscio...
Non tutto è andato liscio...
Il voto elettronico in Lombardia tra polemiche e ritardi
La Regione ha potuto annunciare la chiusura delle operazioni di scrutinio e il numero dei votanti solo in serata, a oltre 20 ore dal termine della consultazione. Il Pd: «Maroni deve chiedere scusa»

MILANO - Ritardi nella trasmissione dei dati sull'affluenza e sui risultati, con presidenti di seggio e scrutatori "bloccati" nelle scuole fino a tarda notte. La grande innovazione del voto elettronico, sperimentato per la prima volta in Lombardia in occasione del referendum sull'autonomia, alla prova dei fatti ha mostrato non poche criticità.

Con il risultato che la Regione ha potuto annunciare la chiusura delle operazioni di scrutinio e il numero definitivo dei votanti solo in serata, dopo oltre 20 ore dal termine della consultazione, ieri alle 23.

Inevitabili le polemiche, con il Pd lombardo che ha parlato di «sistema indecente, per cui Maroni dovrebbe chiedere scusa», mentre il Movimento 5 Stelle, promotore del voto elettronico al referendum, ha difeso l'uso delle voting machine (ma non per le elezioni politiche o regionali), imputando le criticità alla «burocrazia post voto».

I problemi maggiori si sono verificati non tanto nelle fasi di voto, quanto, come ha confermato il governatore della Lombardia Roberto Maroni «dopo la chiusura dei seggi». Il primo punto debole del sistema dei tablet, secondo il governatore, è stato il fattore umano. Per aprire e chiudere la votazione era necessario inserire un codice pin, univoco per ogni voting machine. Alcuni presidenti di seggio, ha spiegato invece Maroni, hanno utilizzato lo stesso pin per più dispositivi, bloccando la lettura delle chiavette usb che contenevano i dati. Per di più in alcuni seggi il voto è avvenuto in «modalità test», anche se, ha assicurato ancora Maroni, le macchine hanno registrato tutti i voti, che dunque possono essere considerati validi.

Al fattore umano si sono poi aggiunti problemi tecnici riscontarti su circa 300 chiavette usb. Tutto ciò ha portato a un rallentamento anche nell'attività dei Comuni, che una volta ricevute le memorie tramite un messo, dovevano riversare i dati sui voti nel sistema informatico approntato dalla Regione e poi dare il via libera ai presidenti per la chiusura dei seggi. Comunicazione che in molti scuole di Milano, ad esempio, come hanno segnalato gli stessi presidenti e scrutatori anche sui social network, è arrivata solo dopo ore dal termine dello scrutinio oppure non è mai arrivata. Alcuni presidenti spazientiti dall'attesa sono andati via prima di ricevere la conferma che la lettura delle penne usb fosse andata a buon fine, e per questo sono stati identificati dai vigili.
 
 

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