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UNIONE EUROPEA«Se si divide la Spagna si dividerà tutta l'Europa»

10.10.17 - 12:04
Lo teme il segretario generale del Ppe, Antonio Lopez. Secondo i ministro de Guindos quella catalana è «una ribellione contro lo stato di diritto»
Keystone / EPA
«Se si divide la Spagna si dividerà tutta l'Europa»
Lo teme il segretario generale del Ppe, Antonio Lopez. Secondo i ministro de Guindos quella catalana è «una ribellione contro lo stato di diritto»

BRUXELLES - «Se si divide la Spagna si dividerà tutta l'Europa». Lo ha detto il segretario generale del Ppe, Antonio Lopez, durante una riunione ai margini della Conferenza delle Regioni a Bruxelles, che nel pomeriggio tratterà la situazione in Catalogna durante la seduta plenaria. Lopez ha accusato «una minoranza di voler strumentalizzare una situazione tramite un referendum farsa».

«La loro idea - ha aggiunto - è quella di smantellare la Spagna e poi l'Europa».

Secondo il segretario Ppe, «i populisti ed estremisti stanno sfruttando la situazione mettendo a rischio l'intero progetto europeo». Lopez ha perciò espresso «preoccupazione» in vista delle prossime elezioni europee del 2019 e una possibile «ascesa degli estremismi».

«La Spagna - ha detto - ha bisogno dell'Europa democratica». Lopez ha anche auspicato un chiarimento «della propaganda russa su questa situazione». Il segretario Ppe ha sottolineato che la maggioranza del Parlamento catalano era contro questo referendum che - secondo Lopez - è incostituzionale.

Il segretario generale del Ppe ha infine parlato di «simpatie per la situazione catalana in altre zone d'Europa» e del «voto emotivo» in occasione dei referendum, come quello sulla Brexit. «Molti britannici si sono già pentiti e tutta l'Europa dovrà ancora trarre le conseguenze».

«Ribellione contro lo stato di diritto» - La sfida indipendentista portata avanti dal governo catalano del presidente Carles Puigdemont è «una ribellione contro lo stato di diritto», ha affermato il ministro dell'economia spagnolo Luis de Guindos.

In dichiarazioni alla stampa spagnola a Bruxelles, de Guindos ha anche affermato che «la risposta del governo spagnolo sarà adeguata». «Siamo nei minuti finali. Tutto dipende dal signor Puigdemont. Spero che torni al buon senso».

Divergenze tra indipendendisti - Una telecamera della Tv catalana Tv3 ha captato frammenti di conservazioni fra leader secessionisti che confermano le divergenze sulla strategia da seguire in vista del discorso di oggi del presidente Carles Puigdemont.

Nelle immagini il presidente di Omnium Jordi Cuixart fra l'altro avverte il vicepresidente catalano Oriol Junqueras che la sinistra della Cup «reagirà come una moto» se ci sarà una dichiarazione di indipendenza "diluita", come ipotizzato dal settore moderato del Pdecat di Puigde.

Autonomia, non secessione - «Un dialogo sull'ampliamento dell'autonomia della Catalogna e non la secessione è la strada da seguire». Lo ha detto il governatore altoatesino Arno Kompatscher durante una riunione del Ppe in vista della plenaria del Comitato delle Regioni questo pomeriggio a Bruxelles. «L'unica strada percorribile - ha sottolineato - è un'Europa unica con delle autonomie regionali forti e meno peso agli Stati nazionali».

Kompatscher ha sottolineato che il referendum in Catalogna «è stato incostituzionale», ma - ha aggiunto - «è il risultato di anni di stallo nelle trattative sull'ampliamento dell'autonomia». Il governatore altoatesino ha ricordato che il diritto all'autodeterminazione «è un principio fondamentale e per questo si trova anche nello Statuto della Südtiroler Volkspartei».

«L'autodeterminazione - ha aggiunto - non significa però automaticamente secessione, che potrebbe arrivare solo dopo anni di violazioni dei diritti umani, ma questo non sembra essere il caso della Catalogna».

Kompatscher ha comunque espresso preoccupazione «per le immagini che tutti noi abbiamo visto». Secondo il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, sarebbe stato meglio «contestare a livello istituzionale la regolarità di questo referendum e di conseguenza non accettare il suo esito».
 
Chiuso il parco che ospita il Parlamento - Le autorità catalane hanno ordinato la chiusura del parc de la Ciutadella, che ospita il Parlament della Catalogna, lasciando libero l'accesso soltanto ai deputati e alla stampa, numerosa a pochi passi dall'edificio in cui il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, prenderà la parola alle 18.00 in sessione plenaria.

In coincidenza con la dichiarazione del presidente, che potrebbe annunciare l'indipendenza, l'Anc e Omnium, le due principali organizzazioni indipendentiste della società civile, hanno convocato una manifestazione nei pressi del Parlament, dentro e appena fuori dal parco. Sono attese migliaia di persone.

Per evitare rischi il governo catalano ha deciso di chiudere il parco ai manifestanti, che si concentreranno nell'adiacente Passeig Lluis Companys (l'unico presidente della Catalogna, per 11 ore, nel 1934, fucilato da Franco nel 1940), a pochi metri dal Tribunale superiore di giustizia della Catalogna, ora presidiato dalla polizia nazionale spagnola, in quanto giudicato a rischio.

I catalani aprono conti bancari a Huesca - Risparmiatori catalani stanno aprendo conti bancari in Spagna: le banche della cittadina di Fraga, nelle provincia aragonese di Huesca, nella vicina Aragon, a pochi chilometri da Lleida, stanno registrando lunghe code agli sportelli da alcuni giorni.

Secondo la stampa spagnola, si starebbero registrando ingenti movimenti di fondi provenienti da conti di risparmio in Catalogna, nel timore di un dichiarazione di indipendenza e dell'eventualità di un Catalexit, un'uscita dall'euro.

Portavoce Generalitat: «Il Govern è unito» - Non ci sono divisioni in seno al Govern catalano sulla linea da tenere sulla dichiarazione d'indipendenza della Catalogna. A poche ore dall'intervento del presidente Carles Puidgemont al Parlament, il portavoce della Generalitat, Jordi Turull, ha detto che «c'è una coesione totale e che stiamo vivendo giorni molto interessanti e appassionanti».

Turull ha definito l'economia catalana "molto robusta", confermando la fiducia dell'esecutivo nel futuro, facendo però notare che «tentare di colpire l'economia catalana danneggia l'economia dell'insieme dello Stato spagnolo».

Il portavoce ha confermato anche la fiducia nei Mossos d'Esquadra, la polizia catalana. «Chi non può darci lezioni di polizia è la polizia dello Stato: Non ci possono dar lezioni».

Parlamento "prende nota" dei risultati di voto - L'ufficio di presidenza del parlamento di Barcellona ha "preso nota" dei risultati del referendum di indipendenza che gli ha trasmesso il governo catalano, senza per ora registrarli ufficialmente. La trasmissione ufficiale dei dati al parlamento è il primo passo previsto dalla legge del referendum sospesa dalla corte costituzionale spagnola prima di una possibile dichiarazione di indipendenza.

Govern denuncia pressioni sulle imprese - Il portaoce del 'Govern' catalano, Jordi Turull, ha denunciato pressioni dell'esecutivo di Madrid sulle imprese catalane perchè trasferiscano le loro sedi sociali in altre regioni spagnole. Turull ha avvertito che cercando di indebolire l'economia catalana si rischia di "danneggiare" quella di tutta la Spagna.


 
 

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COMMENTI
 

tip75 6 anni fa su tio
sarebbe una splendida notizia

Monello 6 anni fa su tio
...Diciamo un altra mazzata sui zebedei per l UE,presumo con effetto ma a lungo termine sulla coesione di EU !!

MIM 6 anni fa su tio
E' un appello all'UE, una sorta di minaccia da parte spagnola, e non corrisponde alla realtà. Madrid dovrebbe riconoscere che ad alimentare i moti secessionisti è stata proprio lei. Che ipocriti.
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