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STATI UNITINello sport Usa dilaga la protesta anti-Trump

24.09.17 - 16:17
Dopo basket e football ora è anche il turno del baseball, forte reazione nel football
Nello sport Usa dilaga la protesta anti-Trump
Dopo basket e football ora è anche il turno del baseball, forte reazione nel football

NEW YORK - Anche il mondo del baseball, lo sport più popolare in America, si schiera contro il presidente Usa Donald Trump. E compatto appoggia Bruce Maxwell, giocatore afroamericano degli Oakland Athletics diventato sabato sera il primo della Mlb (la lega professionistica del baseball americano) a inginocchiarsi durante l'esecuzione dell'inno nazionale. Ripetendo così il gesto oramai simbolico in segno di protesta contro la violenza della polizia sui neri.

«Il razzismo nel sud degli Stati Uniti è ancora disgustoso», ha denunciato Maxwell. Accanto a lui il compagno di squadra Mark Canha, bianco, gli ha messo una mano sulla spalla in segno di solidarietà per quella battaglia iniziata un anno fa dalla star del football Colin Kaepernick.

La Mlb, ha quindi rilasciato una dichiarazione in cui non attacca direttamente il presidente americano, ma in cui afferma di «rispettare e sostenere i diritti costituzionali e la libertà di espressione di tutti i suoi giocatori». Trump è tornato a dire oggi che i giocatori che non cantano l'inno devono essere licenziati.

Per la prima partita di Nfl tutti in ginocchia per protesta - La prima partita dopo le dichiarazioni di fuoco del presidente americano contro i giocatori che non cantano l'inno regala un'altra immagine da forte significato simbolico. Tutti i campioni dei Jacksonville Jaguars e dei Baltimore Ravens si sono inginocchiati in segno di protesta.

In piedi gli allenatori e i proprietari dei due team con le mani sulle spalle dei loro giocatori in segno di solidarietà. Tantissimi altri dello staff delle due squadre hanno seguito l'esempio dei loro campioni in un clima surreale.

Mnuchin: «I giocatori esercitino i diritti fuori dal campo» - «I giocatori possono esercitare il diritto alla libertà espressione fuori dal campo, nel loro tempo libero»: così il segretario al tesoro americano, Steve Mnuchin, difende il presidente Donald Trump che ha attaccato i campioni del football che si inginocchiano in segno di protesta e non cantano l'inno nazionale.

«La questione razziale non c'entra niente, e non c'entra niente nemmeno la libera di espressione. È una questione di rispetto per il Paese, per i militari e per i soccorritori e per tutti quelli che rischiano la vita per il nostro Paese».
 

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