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ITALIAGentiloni bacchetta i Paesi dell'Est: «Rispettate i ricollocamenti»

07.09.17 - 21:56
Il primo ministro italiano ha discusso con il collega ceco Bohuslav Sobotka
Keystone
Gentiloni bacchetta i Paesi dell'Est: «Rispettate i ricollocamenti»
Il primo ministro italiano ha discusso con il collega ceco Bohuslav Sobotka

ROMA - L'Italia è determinata a scalfire il muro di no al ricollocamento dei migranti innalzato dai Paesi dell'Est Europa. E' questo il messaggio che il primo ministro Paolo Gentiloni porta al collega ceco Bohuslav Sobotka e, attraverso di lui, al quartetto Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia), i duri d'Europa sull'immigrazione.

Solo ieri la Corte di Giustizia Ue ha affermato il dovere di "solidarietà" di tutti i Paesi europei nell'accogliere i richiedenti asilo che arrivano alle frontiere di Italia e Grecia. E oggi Roma è un po' più forte: "Quella decisione va rispettata, è vincolante per tutti", dice Gentiloni nel corso di una visita istituzionale che lo porta prima a Lubiana poi a Praga. A chi dice no, incalza Matteo Renzi, devono essere tolti i fondi del bilancio Ue.

Ma per ora, neanche di fronte allo spettro di sanzioni, i Paesi Visegrad recedono. Lo dice a Gentiloni il più 'morbido' dei quattro, il socialdemocratico Sobotka, in un colloquio lungo più di un'ora. La Repubblica Ceca all'Italia offre aiuto nell'addestramento della Guardia costiera libica e l'impegno in Africa, con un milione di euro per un progetto in Costa d'Avorio. Ma, complice un'accesa campagna elettorale per il voto del 22 ottobre, il no di Praga all'accoglienza è perentorio.

Il premier italiano fa tappa in mattinata a Lubiana, dove con il primo ministro sloveno Miro Cerar condivide le problematiche di due Paesi di frontiera. "I risultati della nostra politica, con il sostegno dell'Ue, si vedono, con la riduzione degli sbarchi", sottolinea. Ma l'unico modo per "rendere definitivi" i risultati è "europeizzarli il più possibile". Ed è sempre lì la nota dolente: l'impegno dei singoli Paesi. La sentenza di ieri "è importante", sottolinea, perché nel metodo le decisioni di Bruxelles "vanno rispettate" e nel merito "il principio di solidarietà alla base delle 'relocation' è stato confermato".

L'obiettivo 'grosso' dell'Italia è ora rivedere gli accordi di Dublino sulla richiesta di asilo ai Paesi di primo approdo: sul punto si sono registrati "passi avanti" nel vertice con Francia, Germania e Spagna a Parigi. La speranza della diplomazia italiana è che dopo le elezioni tedesche di fine settembre si possano fare ulteriori progressi.
 
 

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