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STATI UNITI / ISRAELETrump nomina l'ambasciatore in Israele e sposta la sede: «Via da Tel Aviv»

16.12.16 - 08:39
Trump nomina l'ambasciatore in Israele e sposta la sede: «Via da Tel Aviv»

NEW YORK - Il presidente eletto Donald Trump ha scelto l'avvocato David Friedman come ambasciatore in Israele.

La prima dichiarazione del futuro diplomatico è che non vede l'ora di lavorare «all'ambasciata Usa nella capitale eterna di Israele, Gerusalemme», confermando così l'intenzione di Trump di spostare l'ambasciata da Tel Aviv. Una mossa che rischia di ibernare il processo di pace e di incendiare il conflitto nella regione, dato che anche i palestinesi rivendicano Gerusalemme come capitale del loro futuro Stato.

Friedman «è stato un amico di lunga data e un fidato consigliere. Le sue forti relazioni in Israele costituiranno le fondamenta della sua missione diplomatica e saranno uno straordinario asset per il nostro Paese mentre rafforzeremo i legami con i nostri alleati e ci batteremo per la pace in Medio Oriente», ha detto Trump in un comunicato. Friedman, che e' stato il suo consigliere durante la campagna elettorale per gli affari Usa-Israele, ha promesso di «lavorare instancabilmente per rafforzare l'indistruttibile vincolo tra i nostri due Paesi e far avanzare la causa della pace nella regione». Difficilmente però ci riuscirà spostando l'ambasciata Usa a Gerusalemme e riconoscendola come capitale. All'inizio di dicembre Barack Obama aveva firmato una nuova proroga semestrale per l'ambasciata Usa a Tel Aviv. La proroga semestrale è ormai una consuetudine dai tempi della presidenza Clinton. In base al Jerusalem Embassy Act varato dal Congresso americano nel 1995, infatti, l'ambasciata Usa dovrebbe spostarsi da Tel Aviv a Gerusalemme, definita nel provvedimento "capitale indivisibile" di Israele. Ma finora tutti i presidenti sono ricorsi alla loro autorità emanando decreti esecutivi che di fatto hanno bloccato l'entrata in vigore della legge. La sospensione del provvedimento - da Clinton ad Obama, passando per Bush - è stata considerata necessaria per motivi di sicurezza nazionale e per non compromettere il processo di pace.

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