Questa posizione, che contraddice una proposta della campagna Leave, non farà contenti i fautori della 'linea dura' in seno al governo
LONDRA - Theresa May accantona la proposta di introdurre un sistema a punti per gli immigrati Ue con la Brexit pur mantenendo l'impegno a ridurre gli ingressi nel Regno Unito. La premier, impegnata nel G20 in Cina, ha così espresso la sua intenzione di non procedere con una riforma radicale, come oggi sottolineano i principali giornali britannici.
Secondo la prima ministra, una forte stretta agli ingressi dall'Ue, come quella proposta dal ministro degli Esteri Boris Johnson fra i leader della campagna referendaria euroscettica, «non è il proiettile d'argento» per risolvere le preoccupazioni dei cittadini.
May inoltre ha rassicurato che gli immigrati Ue potranno continuare ad avere una 'corsia preferenziale' per vivere e lavorare nel Regno. Questa posizione è destinata a suscitare i malumori di quanti nel governo sono invece fautori della 'linea dura', soprattutto se si considera che fra le proposte della campagna Leave c'era proprio l'introduzione del sistema a punti, ispirato a quello usato in Australia.
«Ci sono vari modi per controllare l'immigrazione» dai Paesi Ue ma il sistema a punti non è utilizzabile, ha ribadito May nel corso di una conferenza stampa al G20 in Cina. Alla domanda su quale meccanismo vuole adottare con la Brexit per limitare gli ingressi May non ha dato una risposta precisa ma affermato che il governo proporrà i suoi piani «al momento opportuno».
Secondo la premier, nelle trattative con Bruxelles si dovrà ottenere un modo per controllare l'immigrazione ma è necessario anche mantenere l'accesso al mercato unico europeo.