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STATI UNITIL'Emailgate torna a perseguitare Clinton

09.03.16 - 19:23
I Repubblicani chiamano in tribunale il Dipartimento di Stato e mettono nuovamente in dubbio che la candidata sia adatta alla presidenza
L'Emailgate torna a perseguitare Clinton
I Repubblicani chiamano in tribunale il Dipartimento di Stato e mettono nuovamente in dubbio che la candidata sia adatta alla presidenza

WASHINGTON - Rispunta l'incubo delle e-mail per Hillary Clinton, adesso che la conta dei delegati la vede lanciata verso la nomination democratica in vista della Casa Bianca. Questa volta è il partito repubblicano a gettare il guanto della sfida, ricorrendo alle vie legali per vederci chiaro, per stabilire in tempo - è questa la motivazione che circola per giustificare il gesto che trasuda feroce lotta politica - se la candidata abbia le carte in regola per proporsi come presidente degli Stati Uniti.

Così il Republican National Committee (Rnc), l'organo di coordinamento nazionale del partito, cita in tribunale il dipartimento di Stato chiedendo accesso alla corrispondenza della ex segretario di Stato con il personale del Dipartimento anche dopo la fine del suo mandato al vertice della diplomazia americana nel 2013. Sul tavolo, in un procedimento separato, ci sarebbe anche la richiesta di avere accesso a tutti i messaggi ricevuti da Hillary Clinton sul suo Blackberry durante il mandato da segretario di Stato.

Entrambe le richieste si appellano al Freedom of information Act, la legge sulla libertà di stampa già invocata in cause precedenti. Perchè di cause aperte ce ne sono decine, oltre all'inchiesta lanciata dall'Fbi allo scopo di accertare che nel server privato non siano transitate comunicazioni classificate. Circa una settimana fa, tra l'altro, è stata resa pubblica l'ultima tranche di e-mail oggetto delle indagini, con anche il bilancio di quante in totale fossero catalogate come contenenti informazioni classificate. Rimane da stabilire tuttavia per quanti e quali lo status di 'segretezzà fosse stato applicato successivamente.

Hillary Clinton sulla vicenda ha già ammesso più volte di aver "commesso un errore", pur sostenendo che non era vietato, e lei come il suo staff si guardano bene dal ritornare su quanto - insistono - è un capitolo chiuso. E invece è questo lo spettro che aleggia sulla campagna della ex first lady che vuole tornare alla Casa Bianca da primo presidente donna: il passo falso, quello decisivo, se c'è potrebbe venir fuori in qualsiasi momento. E potrebbe anche affossarla.

 

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