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STATI UNITILa figlia di Castro: "Mi sono sentita morire. Non lo voglio più vedere"

10.05.13 - 15:23
Angie Gregg chiede ai media e agli americani di non demonizzare la sua famiglia in seguito alle atrocità commese dal padre: "Noi non abbiamo colpe"
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La figlia di Castro: "Mi sono sentita morire. Non lo voglio più vedere"
Angie Gregg chiede ai media e agli americani di non demonizzare la sua famiglia in seguito alle atrocità commese dal padre: "Noi non abbiamo colpe"

CLEVELAND - "Quando ho saputo delle accuse nei confronti di mio padre avrei voluto morire". Angie Gregg, figlia di Ariel Castro, ai microfoni della CNN si sfoga in merito alle accuse di rapimento nei confronti del padre che, indirettamente, hanno coinvolto anche lei e la sua famiglia. "Per me è come se fosse morto", sottolinea.

Angie parla pure della casa che per anni ha fatto da prigione alle tre ragazze: "Ha sempre tenuto la sua casa chiusa a chiave. Quando ci trovavamo a mangiare da mia nonna, a volte spariva per ore senza dare spiegazioni". Assenze, queste, che ora hanno senso per la figlia.

 

La giovane ricorda pure i periodi della sua infanzia, prima che i suoi genitori divorziassero: "A volte andavo di nascosto in cantina, che era stata già bloccata. C'era un pesce, ma nessuno se ne occupava". E ricorda anche quando, in visita da suo padre, questi tardava ad aprile la porta: "C'era spesso la musica molto alta", spiega.

 

La ragazza giura di non aver mai saputo nulla della figlia di Amanda Berry, nata in cattività. "Non l'ho mai vista, ma un giorno, mio padre mi mostrò una foto. Quando gli ho chiesto chi fosse, mi disse che era la figlia di un amico".

 

Angie, ora, cerca di fare in modo che non venga demonizzata tutta la sua famiglia: "Le azioni di mio padre non hanno nulla a che fare con me e con i miei figli. Noi non siamo mostri!". E si dice vicina alle vittime per quanto accaduto: "Sono pronta a incontrarle, se lo desiderano".

 

La ragazza conclude dicendo che non vuole sentir parlare più di suo padre: "Mi chiedo se un giorno penserà alle conseguenze dei suoi crimini".

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