VENEZUELABlackout a Caracas: la polizia disperde i dimostranti

CARACAS - La Guardia nazionale bolivariana (Gnb) ha disperso con gas lacrimogeni un gruppo di residenti dei quartieri di Altagracia e La Pastora che protestavano vicino al palazzo presidenziale di Miraflores a Caracas per un blackout che li ha lasciati senza energia elettrica da oltre 26 ore.

Gli agenti hanno sciolto a forza la manifestazione fra le grida dei dimostranti che gridavano rivolgendosi al presidente Nicolás Maduro: "Vogliamo la luce!", e "Maduro vattene!".

Il deputato oppositore Winston Flores ha dichiarato che «il popolo, stanco di stare senza luce ha deciso di protestare e chiedere che se ne vadano sia Maduro, sia i suoi complici, come Luis Mota Domínguez, ministro dell'Energia e distruttore del sistema elettrico nazionale».

Intanto la compagnia statale Corpoolec, ha reso noto via Twitter che «un guasto nella sottostazione Pineda ha danneggiato il circuito Pineda 1 che copre settori di Caracas quali Barrio Corazón de Jesús, Lídice, El Maniconio, Las Tinajitas, La Pastora, Altagracia, San Bernardino e San Juan». «Il personale sta lavorando - ha assicurato - per riprendere la fornitura».

Questa emergenza nella capitale si aggiunge a quelle più gravi, causate da ripetuti e prolungati blackout fino a 36 ore, che molto spesso riguardano lo Stato occidentale di Zulia. Qui lo scorso fine settimana è cessata la somministrazione di corrente elettrica per l'esplosione di due cavi dell'alta tensione che passano attraverso il ponte sul lago di Maracaibo, lungo 8,6 chilometri e disegnato da Riccardo Morandi, lo stesso progettatore del viadotto crollato giorni fa a Genova. L'incidente ha provocato un incendio domato dai vigili del fuoco.

Questo incendio, e gli altri blackout registrati a Caracas, sono attribuiti dal governo ad un «sabotaggio» della «estrema destra» mirante a «destabilizzare» il Paese e mettere fine alla rivoluzione bolivariana.