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RUSSIARivolte e disordini, 270 fermi alle manifestazioni anti-Putin

07.10.17 - 21:13
La polizia russa ha usato il pugno di ferro durante la protesta svoltasi in 80 città diverse - contro l'incarcerazione di Alexiei Navalni
Keystone
Rivolte e disordini, 270 fermi alle manifestazioni anti-Putin
La polizia russa ha usato il pugno di ferro durante la protesta svoltasi in 80 città diverse - contro l'incarcerazione di Alexiei Navalni

SAN PIETROBURGO - La polizia russa torna a usare il pugno di ferro contro gli oppositori. Secondo alcuni media, gli agenti in assetto antisommossa hanno portato via un centinaio persone a San Pietroburgo durante una manifestazione contro l'incarcerazione di Alexiei Navalni e l'esclusione del dissidente dalle presidenziali del prossimo anno. Il ministero dell'Interno riferisce però che i fermati sono stati "solo" 38 e che sono già stati tutti rilasciati.

La protesta - organizzata nel giorno del 65esimo compleanno di Vladimir Putin - si è svolta in 80 città diverse, ma un po' sottotono. A Mosca circa mille dissidenti hanno sfidato la pioggia e si sono radunati in piazza Pushkin. Ma in generale alle manifestazioni hanno partecipato molte meno persone rispetto ai cortei di protesta della scorsa primavera. Secondo i politologi il motivo è che si trattava di un evento apertamente pro-Navalni, che non coinvolgeva l'intero spettro dell'opposizione e, contrariamente ai mesi scorsi, non puntava il dito contro una piaga della società russa odiata da tutti come la corruzione.

E' a San Pietroburgo che sono scese in piazza più persone: diverse migliaia secondo la tv Dozhd. E' probabilmente per questo che sulla città sulla Neva le forze speciali "Omon" hanno trascinato sulle loro camionette tante persone. Mentre dove le proteste hanno avuto scarsa partecipazione la polizia ha preferito per lo più non intervenire e limitarsi a osservare. Questo non significa però che non ci siano stati fermi: secondo l'ong Ovd-Info, prima dell'inizio, in serata, della protesta di San Pietroburgo, i fermati erano 271 in 26 città diverse: 62 persone sono state fermate a San Pietroburgo, 57 a Iaroslavl, 21 a Krasnodar, 20 a Lipetsk.
 

Molti dei manifestanti di Mosca erano giovani e giovanissimi, alcuni addirittura minorenni: sono loro a prestare maggiore attenzione ai proclami e alle denunce del blogger anticorruzione Alexiei Navalni, che raggiunge il suo pubblico con un mezzo di comunicazione estremamente moderno e largamente usato dai giovani, cioè internet. L'oppositore non era però presente alla protesta: non poteva, visto che lunedì è stato condannato a 20 giorni di carcere amministrativo appunto per aver organizzato diverse manifestazioni non autorizzate. Navalni vorrebbe candidarsi alle presidenziali di marzo, ma a causa dei suoi guai giudiziari - secondo molti osservatori di natura politica - le autorità non glielo consentono.

«Vorrei delle elezioni oneste, senza brogli, e con qualcuno che possa davvero opporsi a Putin», ci spiega una ragazza di 16 anni scesa in piazza a Mosca con degli amici. «Non è possibile che Putin sia già il vincitore designato delle elezioni, bisogna consentire a Navalni di candidarsi», dice Matvei, 23 anni. «Russia libera!, Russia senza Putin!» urlavano i manifestanti. Ma anche «Buon compleanno, Putin!». In tono ironico naturalmente.

Putin al lavoro - L'unico evento pubblico a cui Vladimir Putin ha partecipato oggi nel giorno del suo 65esimo compleanno è stata una riunione ordinaria del Consiglio di sicurezza russo, che si tiene solitamente ogni sabato.

Il sito del Cremlino fa sapere che i partecipanti alla riunione hanno discusso degli «sviluppi positivi» in Siria, della preparazione dei prossimi appuntamenti nell'ambito della Comunità degli Stati indipendenti e della Comunità economica euroasiatica.

Ma soprattutto «si sono calorosamente congratulati con il presidente per il suo compleanno». Nessun riferimento a eventuali cene o feste private per celebrare i 65 anni di Putin né da parte delle autorità né da parte dei media russi.

Nel Consiglio di sicurezza siedono "amici" e alleati di Putin come il ministro della Difesa Serghiei Shoigu, il premier Dmitri Medvedev, il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, il capo dei servizi segreti all'estero (Svr) Serghiei Narishkin e il direttore dei servizi di sicurezza (Fsb) Aleksandr Bortnikov.
 
 

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