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CITTÀ DEL VATICANO«La pedofilia è un crimine che genera profonde ferite»

20.08.18 - 12:45
Il Papa si è espresso così sui casi recentemente registrati nel clero in una "Lettera al Popolo di Dio"
Keystone
«La pedofilia è un crimine che genera profonde ferite»
Il Papa si è espresso così sui casi recentemente registrati nel clero in una "Lettera al Popolo di Dio"

CITTÀ DEL VATICANO - È «un crimine che genera profonde ferite di dolore e di impotenza, anzitutto nelle vittime, ma anche nei loro familiari e nell'intera comunità». Così il Papa sui casi di pedofilia nel clero in una "Lettera al Popolo di Dio".

«Guardando al passato- aggiunge il Pontefice -non sarà mai abbastanza ciò che si fa per chiedere perdono e cercare di riparare il danno causato. Guardando al futuro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi».

«Con vergogna e pentimento - prosegue Bergogliao - come comunità ecclesiale, ammettiamo che non abbiamo saputo stare dove dovevamo stare, che non abbiamo agito in tempo riconoscendo la dimensione e la gravità del danno che si stava causando in tante vite. Abbiamo trascurato e abbandonato i piccoli».

«Il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore - sottolinea ancora il Papa - perciò urge ribadire ancora una volta il nostro impegno per garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di vulnerabilità».

«Oggi siamo interpellati - aggiunge il Pontefice - come Popolo di Dio a farci carico del dolore dei nostri fratelli feriti nella carne e nello spirito. Se in passato l'omissione ha potuto diventare una forma di risposta, oggi vogliamo che la solidarietà, intesa nel suo significato più profondo ed esigente, diventi il nostro modo di fare la storia presente e futura, in un ambito dove i conflitti, le tensioni e specialmente le vittime di ogni tipo di abuso possano trovare una mano tesa che le protegga e le riscatti dal loro dolore».

«Tale solidarietà - - sottolinea il Papa - ci chiede, a sua volta, di denunciare tutto ciò che possa mettere in pericolo l'integrità di qualsiasi persona. Solidarietà che reclama la lotta contro ogni tipo di corruzione, specialmente quella spirituale».

«Abbiamo tardato ad applicare queste azioni e sanzioni così necessarie - ammette il Pontefice - ma sono fiducioso che esse aiuteranno a garantire una maggiore cultura della protezione nel presente e nel futuro».

«Imparare a guardare dove guarda il Signore, a stare dove il Signore vuole che stiamo, a convertire il cuore stando alla sua presenza. Per questo scopo saranno di aiuto la preghiera e la penitenza. Invito tutto il santo Popolo fedele di Dio - è l'appello finale di Bergoglio - all'esercizio penitenziale della preghiera e del digiuno secondo il comando del Signore, che risveglia la nostra coscienza, la nostra solidarietà e il nostro impegno per una cultura della protezione e del 'mai più' verso ogni tipo e forma di abuso».
 
 

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