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FRANCIACorruzione: Vincent Bolloré nel registro degli indagati

25.04.18 - 21:02
L'industriale bretone è stato presentato oggi davanti ai giudici dopo 36 ore di fermo
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Corruzione: Vincent Bolloré nel registro degli indagati
L'industriale bretone è stato presentato oggi davanti ai giudici dopo 36 ore di fermo

PARIGI - Non ha convinto i poliziotti francesi dell'anticorruzione e ora, dopo essersi spiegato davanti ai giudici, Vincent Bolloré, l'industriale bretone sospettato di corruzione per ottenere concessioni portuali per il suo gruppo in Africa, è stato iscritto nel registro degli indagati.

Ma lui continua a difendersi ed in una nota diffusa in serata dal gruppo si spiega che il magnate «resta presunto innocente» e «potrà finalmente avere accesso a questo dossier di cui non è mai stato a conoscenza per rispondere a queste accuse infondate».

Ascoltati oggi sempre dal polo anticorruzione della polizia di Nanterre - a ovest di Parigi - il direttore generale del gruppo Bolloré, Gilles Alix, e del responsabile internazionale di Havas, Jean-Philippe Dorent. Per tutti e tre - secondo fonti giudiziarie - l'ipotesi più probabile è quella di un'indagine a loro carico. Rilasciato senza addebiti, invece, il quarto uomo in stato di fermo da ieri mattina, Francis Perez, uomo d'affari 'patron' della Pefaco.

La missione dei due giudici davanti ai quali questa sera è comparso Bolloré - Serge Trounaire e Aude Buresi - era quella di determinare se il gruppo francese che fa capo al sospetto abbia utilizzato o meno la capacità del «braccio politico» della sua filiale Havas per facilitare l'attribuzione della gestione dei porti di Lomé, in Togo, e di Conakry, in Guinea. Il tutto attraverso la filiale Bolloré Africa Logistic (ex SDV). Questa società, SDV, ottenne in effetti la gestione del porto di Conakry proprio qualche mese dopo l'elezione di Alpha Condé, nel 2010, e si aggiudicò la concessione di Lomé a ridosso della rielezione di Faure Gnassingbé, nello stesso anno.

La giustizia ha cominciato ad interessarsi alle attività di Bolloré - molto presente in Africa - indagando proprio sul gruppo Pefaco, specializzato nel settore alberghiero e diretto da Perez, in rapporti molto stretti con Dorent. L'avvocato di Perez ha fatto trapelare che a sollevare la curiosità degli inquirenti sono stati inizialmente un paio di versamenti per un totale di 450.000 euro, effettuati nel 2010 a beneficio di Dorent: «era solo un prestito ad un amico, registrato dal notaio e rimborsato da 6 anni», ha spiegato l'avvocato di Perez, Jean Robert Phung.

Il fermo con comparizione davanti ai giudici di Bolloré è arrivata una settimana dopo che l'industriale bretone, a sorpresa, ha ceduto la presidenza di Vivendi al figlio Yannick, patron di Havas. Oggi, nel suo rapporto annuale sulle violazioni della libertà di stampa, l'associazione "Reporters sans frontieres" ha bacchettato anche il magnate bretone nell'ambito delle «minacce sull'indipendenza editoriale» in Francia. In particolare, RSF cita il "sospetto" sulla rete tv Canal Plus, «di cui Vincent Bolloré è azionista attraverso il gruppo Vivendi», di aver «fatto la promozione del Togo, dove il gruppo Bolloré ha realizzato importanti investimenti».

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