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ITALIACaso Ruby: «Le ragazze erano aspiranti mantenute, non prostitute»

16.04.18 - 17:43
A sostenerlo è il legale dell'ex consigliera lombarda Nicole Minetti
Keystone
Caso Ruby: «Le ragazze erano aspiranti mantenute, non prostitute»
A sostenerlo è il legale dell'ex consigliera lombarda Nicole Minetti

MILANO - Le ragazze che partecipavano alle serate di Arcore «erano delle aspiranti mantenute, non delle prostitute, lavoravano già nel mondo dello spettacolo, avevano interesse a conoscere l'allora presidente del Consiglio italiano, anche ad avere una relazione con lui se poteva avere un'utilità per loro, per fare carriera e la legge Merlin deve continuare a sanzionare giustamente la tratta delle schiave e non casi come questo». Così il legale Paolo Righi, difensore dell'ex consigliera lombarda Nicole Minetti, in un passaggio della sua arringa ha illustrato l'istanza difensiva di sollevare davanti alla Consulta la questione di illegittimità costituzionale delle norme sul favoreggiamento della prostituzione nell'ambito del processo d'appello "bis" sul caso Ruby bis.

La difesa dell'ex showgirl ed ex igienista dentale di Berlusconi ha chiesto, comunque, in prima battuta, l'assoluzione perché «Minetti, occupandosi delle bollette e delle case delle ragazze, non ha favorito la prostituzione, ma ha favorito l'allora premier, gli ha fatto solo una cortesia».

Gli appartamenti delle cosiddette 'olgettine', ha aggiunto il legale, «non c'entravano niente con l'attività prostitutiva, che a nostro parere nemmeno c'era, perché erano le ragazze a voler partecipare a quel 'format' ad Arcore e lo facevano liberamente».

La difesa di Minetti, infatti, così come quella dell'altro imputato, Emilio Fede, citando anche l'ordinanza con cui la Corte d'Appello di Bari ha inviato di recente gli atti alla Consulta sulla legge Merlin nel processo "escort" a carico di Gianpaolo Tarantini, ha evidenziato la «libera autodeterminazione» delle giovani che non possono «essere considerate delle prostitute».

L'assoluzione è stata chiesta anche per Fede anche dal legale Maurizio Paniz, il quale ha chiarito che in questo processo «abbiamo avuto la prova provata solo del nulla e intanto il direttore ci ha perso anni della sua vita». Il prossimo 7 maggio parlerà l'altro difensore di Minetti, l'avvocato Pasquale Pantano, e potrebbe arrivare la sentenza.
 
 

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