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REGNO UNITOVivere o morire? Il caso di Isaiah finisce in tribunale

24.01.18 - 11:22
Come Charlie Gard, secondo i medici la sopravvivenza del piccolo è «futile» a causa dei suoi gravissimi danni cerebrali. I genitori non sono d'accordo
Vivere o morire? Il caso di Isaiah finisce in tribunale
Come Charlie Gard, secondo i medici la sopravvivenza del piccolo è «futile» a causa dei suoi gravissimi danni cerebrali. I genitori non sono d'accordo

LONDRA - Isaiah Haastrup è il protagonista di un caso che rischia di dividere nuovamente l'opinione pubblica britannica e internazionale. La sua storia ricorda moltissimo quella di Charlie Gard: in entrambi i casi ci sono i medici da una parte, che ritengono che il piccolo non abbia alcuna possibilità di sopravvivere, e i genitori dall'altra che chiedono che venga impedito ai sanitari di staccare le macchine che lo tengono in vita.

Isaiah, come riferisce la stampa britannica, in seguito a complicazioni alla nascita ha subito gravissimi danni cerebrali. Per i medici del King's College Hospital di Londra la permanenza in vita non sarebbe nel miglior interesse del bambino, in quanto potrebbe provare dolore a causa delle sue condizioni. Anzi, a loro dire sarebbe «futile». I genitori, Takesha Thomas e Lanre Haastrup, sperano invece in un miglioramento tale da permettere loro di portare Isaiah a casa.

Come nel caso di Charlie Gard si discute sulla risposta agli stimoli del piccolo e sul suo livello di coscienza. Takesha e Lanre affermano che il figlio reagisce quando loro lo toccano, i sanitari replicano che non è possibile stabilirlo con certezza a cause delle gravi e svariate patologie: secondo loro Isaiah, che non riesce a muoversi, ha un livello bassissimo di coscienza. Come ha dichiarato in tribunale uno degli specialisti che lo sta seguendo: «È in vita, ma sta vivendo?».

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