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FRANCIASciopero dei secondini: è ancora caos nelle carceri

22.01.18 - 20:21
Sul tavolo, domani, i tre temi più spinosi: nuove assunzioni, sicurezza del personale, indennità
Keystone
Sciopero dei secondini: è ancora caos nelle carceri
Sul tavolo, domani, i tre temi più spinosi: nuove assunzioni, sicurezza del personale, indennità

PARIGI - Si sono dati appuntamenti a domani i responsabili dei sindacati del personale penitenziario e la ministra della Giustizia, Nicole Belloubet, dopo una trattativa che non ha portato - dopo 8 giorni di blocco delle carceri - la sospirata fumata bianca. I sindacati delle guardie carcerarie hanno lanciato un appello a proseguire il blocco dei penitenziari, dove anche nelle ultime ore sono proseguite le aggressioni ai secondini da parte di detenuti.

I responsabili dei due principali sindacati delle guardie carcerarie in agitazione, l'Ufap-Unsa e Force Ouvrière, hanno invitato i propri aderenti nel primo caso a proseguire il movimento di protesta senza mollare di un centimetro, nel secondo caso ad «amplificarlo».

Sul tavolo, domani, i tre temi più spinosi, nuove assunzioni, sicurezza del personale, indennità, di fatto un aumento di categoria per la maggior parte del personale, con premi speciali per il lavoro notturno e per il disagio. La precedente proposta del governo, avanzata sabato, è stata respinta all'unanimità dai sindacati, che hanno giudicato insufficiente il progetto di 1'100 nuovi assunti in quattro anni nel settore carceri. La giornata si è aperta con la guardasigilli Belloubet che si è detta «per niente sicura» di poter arrivare a cifre più elevate.

Le organizzazioni degli agenti carcerari - che sono 28'000 in tutta la Francia - hanno dato il via al movimento di protesta dopo la prima delle aggressioni di secondini, che poi sono continuate (l'ultima è stata registrata ieri sera). L'11 gennaio, 3 guardie carcerarie del penitenziario di Vendin-le-Vieil erano state aggredite e ferite da un detenuto jihadista, condannato per complicità nella strage di Djerba, in Tunisia. Ieri sera, un detenuto ha aggredito - armato della gamba di un tavolino - alcune guardie a Longuenesse, nel nord.

Stamattina, fra 120 e 130 penitenziari - sui 188 dell'intero paese - erano in mano ai manifestanti, che hanno bloccato le entrate e le uscite, impedendo il normale ritmo della giornata dei detenuti. Utilizzate, per impedire l'ingresso e l'uscita, barricate formate da pneumatici e tavole di legno. Di tutti questi istituti di pena, 23 erano ancora bloccati in serata.

Le prigioni coinvolte nella protesta funzionano al rallentatore e, nella maggior parte dei casi, forze dell'ordine sono intervenute per prendere il posto e svolgere le mansioni indispensabili dei secondini che rifiutano di lavorare.

Particolarmente tesa la situazione davanti al più grande carcere d'Europa, la prigione di massima sicurezza di Fleury-Mérogis, poco lontano da Parigi. A Longuenesse, la prigione dell'ultima aggressione, oggi risultavano annullati gli appuntamenti dei detenuti in parlatorio, ridotto il tempo dell'ora d'aria, rinviato il trasferimento da e per il tribunale di detenuti che dovevano comparire davanti al giudice.
 
 

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