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ITALIAI lavoratori di Milano in piazza: «Basta morire come topi»

19.01.18 - 21:24
I manifestanti hanno voluto dire basta alle migliaia di morti nelle fabbriche, nelle officine e nei cantieri e hanno rivendicato l'orgoglio delle tute blu
Keystone
Il luogo dell'ultima tragedia sul lavoro: quattro operai hanno perso la vita in una ditta in via Rho a Milano.
Il luogo dell'ultima tragedia sul lavoro: quattro operai hanno perso la vita in una ditta in via Rho a Milano.
I lavoratori di Milano in piazza: «Basta morire come topi»
I manifestanti hanno voluto dire basta alle migliaia di morti nelle fabbriche, nelle officine e nei cantieri e hanno rivendicato l'orgoglio delle tute blu

MILANO - La Milano del lavoro è scesa in piazza oggi in centro per dire basta alle migliaia di morti - oltre 13 mila negli ultimi 10 anni a livello nazionale - nelle fabbriche, nelle officine, nei cantieri e per rivendicare l'orgoglio delle tute blu.

Per dire «basta a una morte da topi» dovuta, queste le frasi fra gli operai, «al precariato, alla diminuzione delle tutele dei lavoratori, al jobs act, alla legge Fornero sul lavoro, al ricatto dei padroni».

Una protesta - due ore di sciopero nella metropoli e in provincia, un'ora in Lombardia - nata dopo l'incidente di martedì scorso alla periferia del capoluogo nella ditta Lamina: quattro morti per esalazioni di azoto e due intossicati. Ma anche il decesso, ieri, di un 19enne stritolato da un tornio a Rovato, nel Bresciano.

E molto apprezzato dai lavoratori è stato l'arrivo del presidente del Senato, e leader di Leu, Pietro Grasso, che ha portato la sua solidarietà alle famiglie delle vittime e ha sottolineato come «il lavoro vada tutelato in tutte le sue manifestazioni, nella sua dignità e come sicurezza».

E proprio mentre la manifestazione, indetta in tempi brevissimi dai sindacati confederali di categoria e alla quale ha preso parte anche il Sialcobas, è partita da piazza San Babila - aperta da un grande striscione con scritto "La sicurezza non è questione di fortuna" - per arrivare in Prefettura in corso Monforte, è arrivata la notizia dell'ennesimo episodio: un operaio di 47 anni trasportato in ospedale con un trauma cranico provocato da un tubo in acciaio che lo ha colpito mentre lavorava in un cantiere della città.

Al corteo erano presenti, fra gli altri, i segretari generali milanesi dei meccanici: Roberta Turi per la Fiom-Cgil, Christian Gambarelli per Fim-Cisl e Vittorio Sarti per la Uilm-Uil, il segretario nazionale della Fiom Francesca Re David e Onorio Rosati candidato di Leu alla presidenza della Lombardia. Ci sono stati anche momenti di commozione e un minuto di silenzio quando sono stati scanditi i nomi delle ultime 5 vittime.

«Siamo in Lombardia che dovrebbe essere la regione locomotiva del Paese che invece è maglia nera di infortuni e morti - ha detto Roberta Turi -. Chiediamo misure immediate, azioni concrete e anche straordinarie con ispezioni. Con i tagli la prevenzione è stata ridotta. Passano mesi perché si intervenga anche dopo le nostre denunce. È chiaro che la precarizzazione e il ricatto pesante della possibile perdita del posto determinino paura fra i lavoratori».

«Abbiamo avuto già 32 morti da inizio anno, più di 13mila morti negli ultimi 10 anni - ha rimarcato Re David -. L'aumento della precarietà e la riduzione delle tutele sul lavoro sono un elemento fortissimo: si muore precari, giovani, negli appalti, nelle manifatture, nella siderurgia metalmeccanica, nell'edilizia e nell'agricoltura». «Dal punto di vista istituzionale la Regione può sanzionare le ditte inadempienti e si potrebbe poi rinvestire il ricavato in sicurezza», ha invece sottolineato Rosati.

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