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CINALiu Xiaobo, una vita "contro" per i diritti umani

13.07.17 - 17:39
È il primo premio Nobel che muore in detenzione dal 1938
Keystone / AP
Liu Xiaobo, una vita "contro" per i diritti umani
È il primo premio Nobel che muore in detenzione dal 1938

PECHINO - La libertà «al centro dei valori universali», i diritti umani «propri e inerenti a ogni persona», la democrazia il cui significato primario vede la «sovranità che appartiene al popolo e il governo che è eletto dal popolo»: i punti cardine di "Charta 08", il manifesto di cui Liu Xiaobo fu ispiratore e che chiedeva cambi drastici in Cina, includono tra le riforme «non rinviabili», la divisione dei poteri sul modello di Montesquieu e la fine del sistema "autoritario" col Partito comunista, unico attore nella vita statale a tutti i livelli.

A quasi vent'anni dai fatti sanguinosi di Piazza Tiananmen, la mossa di "Charta 08", la rivoluzione invocata da Liu e da oltre 300 tra accademici, attivisti e persone "di alto profilo", fu presentata il 9 dicembre 2008 e causò la reazione immediata e dura di Pechino. Liu, che aveva già trascorso lunghi periodi in galera, fu arrestato sempre nello stesso mese e condannato il giorno di Natale del 2009 a 11 anni di carcere per "incitamento alla sovversione dei poteri dello Stato", ma impegno e coraggio gli furono riconosciuti con il premio Nobel per la Pace 2010 consegnato in "absentia".

Nato nel 1955 nella città industriale di Changchun, nordest cinese, Liu era un giovane e brillante professore di letteratura comparata alla Beijing Normal University quando scoppiò il movimento studentesco del 1989 e fu tra gli intellettuali che si schierarono coi giovani partecipando insieme ai leader Wang Dan e Wu'er Kaixi alla fondazione della Federazione autonoma degli Studenti che fu la struttura portante delle proteste.

Più volte, Liu partecipò al fianco degli studenti ai falliti tentativi di dialogo con le autorità. La situazione su piazza Tiananmen, ormai occupata, precipitò tra fine maggio e inizio giugno, quando fu chiaro che i riformisti del Partito comunista del segretario Zhao Ziyang, erano stati sconfitti e che il leader Deng Xiaoping aveva scelto la via della repressione.

Il primo giugno Liu, col popolare cantante taiwanese Hou Dejan, aderì allo sciopero della fame proclamato dagli studenti.

Nelle ore e nei giorni successivi, secondo Andrew J. Nathan e Perry Link, autorevoli sinologi e responsabili della pubblicazione del libro "The Tiananmen Papers" - che rimane la ricostruzione più completa di quei drammatici avvenimenti -, si adoperò per cercare di convincere i giovani a evacuare la piazza prima di un'azione di forza. Ebbe parziale successo e il 4 giugno i soldati dell'Esercito di liberazione popolare sgombrarono la piazza con la forza uccidendo un numero mai chiarito, tra le centinaia e le diverse migliaia, di persone.

Pochi giorni dopo, accusato di essere una delle "mani nere" che secondo il Pcc manovravano gli studenti, fu arrestato e costretto a 18 mesi di prigione come «controrivoluzionario».

Nel 1995 fu condannato a tre anni in un campo di "rieducazione attraverso il lavoro" per aver diffuso articoli critici verso il governo. Scontata la pena, gli fu vietato l'insegnamento, ma l'ex professore continuò nella sua attività avendo nel mirino il modello autoritario con articoli e saggi pubblicati all'estero e diffusi clandestinamente in Cina.

Negli anni precedenti al suo arresto, Liu era diventato uno dei principali punti di riferimento per i dissidenti cinesi e gli attivisti dei gruppi internazionali per i diritti umani.

La moglie Liu Xia ha condiviso i duri effetti della vita "contro" finendo ad esempio agli arresti domiciliari senza processo quando maturò il premio Nobel per la Pace. A entrambi è stato vietato il libero accesso al mondo esterno, fino all'ultimo.

A fine maggio, a Liu è stato diagnosticato un cancro al fegato in fase molto avanzata e autorizzato il ricovero fuori dal carcere nel First Hospital of China Medical University di Shenyang. Appelli per consentire le visite di medici stranieri e il possibile trasferimento all'estero. Un braccio di ferro tardivo tra Pechino e l'Occidente (e il gran numero d'attivisti), con le condizioni cliniche di peggioramento irreversibile fino al decesso.

La morte di Liu è la prima di un Nobel per la Pace avvenuta in stato di detenzione da quella del pacifista tedesco Carl von Ossietzky, deceduto in un ospedale nazista nel 1938.

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