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STATI UNITI«Nucleare, stop totale dopo l'incidente di Hanford»

11.05.17 - 15:24
«Nucleare, stop totale dopo l'incidente di Hanford»

NEW YORK - L'incidente avvenuto nei giorni scorsi nell'impianto nucleare militare di Hanford, nel Nord Ovest degli Stati Uniti, dove è crollato parte del tunnel utilizzato per il trasporto di materiale radioattivo, ha risollevato le polemiche sul nucleare non solo oltreoceano.

«Stop al nucleare civile e militare», sollecita in particolare Green Cross, organizzazione ambientalista internazionale fondata da Michail Gorbaciov, perchè, afferma il presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio, «siamo di fronte all'ennesima prova di come la scelta del nucleare a fini militari e civili implichi costi e incertezze sempre più intollerabili».

Il sito di Hanford - ricorda Green Cross - rappresenta ancora oggi una pesante eredità della Guerra Fredda: costruito negli anni '40 durante il Progetto Manhattan, fu il primo complesso degli Stati Uniti per la produzione di plutonio che servì anche a fabbricare la bomba di Nagasaki. Oggi i 1.518 km2 di terreno sono diventati un paesaggio da incubo con strutture contaminate e obsolete che, solo per essere mantenute in condizioni di stabilità e di sicurezza, assorbono ogni anno circa 2 miliardi di dollari. "Sebbene il Dipartimento dell'energia americana assicuri che nel tunnel non è stata rilevata alcuna contaminazione dopo il crollo, occorre un'accurata valutazione dell'incidente perché potrebbe avere un impatto pericoloso per circa 230.000 cittadini che vivono a Kennewick, Pasco e Richland", avverte Pacilio.

La situazione, secondo Green Cross, non va sottovalutata: «Ancora una volta i fatti dimostrano che la minaccia nucleare non solo esiste ma è alta e colpisce con tempi e modalità imprevedibili. Ovunque. Determinare l'effetto delle radiazioni su milioni di persone esposte in vario grado alle conseguenze di Chernobyl in tutta Europa è tutt'ora un compito difficile. A distanza di sei anni dall'incidente alla centrale di Fukushima, in Giappone, la situazione non è ancora sotto controllo e il materiale radioattivo disperso nel Pacifico sta provocando conseguenze a lungo termine sull'ecosistema marino e sulla catena alimentare. Per questo - conclude Pacilio - oggi più che mai è necessario abbandonare i programmi di espansione nucleare in ogni parte del mondo. Il Governo italiano deve dare il suo contributo per l'approvazione di un Trattato di messa al bando degli ordigni nucleari, durante la seconda sessione di Negoziati che si terrà a New York a giugno 2017, riprendendo il cammino del disarmo per garantire un futuro migliore all'ambiente e alle prossime generazioni».

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