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SUDAN«Armi chimiche contro i civili»

23.02.17 - 16:43
Lo denuncia una ong
«Armi chimiche contro i civili»
Lo denuncia una ong

KHARTUM - In Sudan la crisi continua, aumentano i conflitti e il governo fa uso di armi chimiche contro i civili. Lo denuncia Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, presentando il rapporto 2017 dell'organizzazione alla Commissione Diritti umani del Senato, nel quale si illustra la situazione dei conflitti nel Paese africano.

«È possibile parlare di una vera e propria crisi umanitaria da anni in Sudan, con cifre crudeli e dati drammatici» ha sottolineato il presidente della commissione, il senatore Luigi Manconi, introducendo i lavori.

In base agli ultimi dati Onu e Ocha, «il numero degli sfollati interni al Paese ha raggiunto la cifra di 2,7 milioni di persone, 300'000 dal Sud Sudan a causa della grave carestia che colpisce il Paese» ha sottolineato Antonella Napoli.

Tra i documenti portati in commissione ci sono anche immagini che proverebbero l'uso di armi chimiche contro civili del Darfur. «Sono state usate armi chimiche in 32 villaggi, ci sarebbero almeno 1500 vittime».

Nel rapporto si parla anche del Sud Sudan, dove «7 milioni e mezzo di persone su 13 milioni sopravvivono grazie all'assistenza umanitaria. Dal 2013 a oggi ci sono stati 2,2 milioni di sfollati, a causa del conflitto civile tra le maggiori componenti del Paese, cristiana e animista» spiega Antonella Napoli.

In Sudan continua «la repressione della libertà di stampa e opinione, con arresti di studenti e attivisti per i diritti umani». Continua inoltre un «atteggiamento di ostruzionismo e persecuzione nei confronti dei cristiani: in queste ultime settimane è stato condannato all'ergastolo un missionario evangelico che stava cercando di documentare le persecuzioni».

«Le armi chimiche sono l'unica soluzione per distruggere le nuove generazioni, per questo vengono usate dal governo, non per combattere le opposizioni che non sono presenti nei villaggi» spiega Ismail Mohammed, rappresentante del Sudan Liberation Movement in audizione alla commissione.

«Noi chiediamo che tutto il popolo sudanese sia rispettato allo stesso modo e di condividere le risorse del Paese, ma il governo non vuole farlo perché non è conveniente» ha aggiunto. «Le armi chimiche hanno colpito le persone innocenti, non le persone armate. Questa cosa è davanti a tutti, il governo dal 2003 sta facendo un massacro».

Nel corso dell'audizione sono state mosse critiche all'accordo tra le polizie italiana e sudanese dell'estate del 2016 per rimpatriare i migranti: «La gente attraversa il deserto e il mare per venire in Italia, lo fa perché deve scegliere se vivere umanamente oppure no. Bisogna risolvere il problema alla radice, nel Paese» ha aggiunto Mohammed.

Sul tema duro il commento del senatore Luigi Manconi: «Nessun dato definisce sicuro il Sudan e quindi vengono respinte persone che torneranno in un Paese dove la loro incolumità non è assicurata. A questo si aggiunge il fatto che assistiamo a respingimenti collettivi e già in questo c'è una violazione gravissima dei diritti fondamentali», ha dichiarato.

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