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STATI UNITIIran, sanzioni per i missili balistici

17.01.16 - 16:42
Nella lista nera sono finiti cinque cittadini iraniani e una rete di imprese basate negli Emirati Arabi e in Cina
Iran, sanzioni per i missili balistici
Nella lista nera sono finiti cinque cittadini iraniani e una rete di imprese basate negli Emirati Arabi e in Cina

WASHINGTON - A meno di 24 ore dalla revoca delle sanzioni legate al programma nucleare iraniano e allo scambio di prigionieri, gli Usa impongono nuove misure a Teheran per il suo programma sui missili balistici che, dotati di testate nucleari, potrebbero costituire una minaccia per la regione e per il mondo.

Ma si tratta di misure molto più limitate e senza effetti per la popolazione, che consentono ad Obama di non mostrarsi troppo arrendevole verso Teheran, evitando gli attacchi dei Repubblicani e ricadute negative sui candidati democratici alla Casa Bianca.

Ieri era stato lo stesso ex segretario di Stato Hillary Clinton, in testa ai sondaggi democratici, a sollecitare le nuove sanzioni, dopo le prime bordate contro la svolta di Obama sparate non solo dal magnate Donald Trump in corsa per la destra ma anche dallo speaker della Camera Paul Ryan ("oggi l'amministrazione Obama comincia a togliere le sanzioni economiche contro il principale Stato che sostiene il terrorismo nel mondo").

Le nuove misure erano state preannunciate per dicembre, dopo il test condotto dall'Iran lo scorso ottobre in violazione di un bando Onu, ma sono state rinviate per non compromettere il buon esito dell'intesa sul nucleare e soprattutto il rilascio dei quattro detenuti americani in cambio della grazia a sette iraniani.

Non a caso il Dipartimento del tesoro Usa ha annunciato il giro di vite solo dopo il decollo da Teheran dell'aereo con tre dei prigionieri (l'imprenditore Nosratollah Kosravi non è partito per cause ancora sconosciute), che dopo essere sbarcati in Svizzera a Ginevra raggiungeranno una base americana in Germania.

Un annuncio confermato poco dopo dallo stesso Obama in una dichiarazione alla Casa Bianca, dove ha vantato lo storico risultato di aver impedito "senza nuove guerre" che l'Iran "metta le mani sulla bomba nucleare", grazie ad una diplomazia "forte, saggia e determinata". Ma dove ha precisato che l'accordo sul nucleare "non risolve tutte le profonde differenze" con Teheran e che gli Usa "resteranno fermi nell'opporsi a comportamenti destabilizzanti o aggressivi dell'Iran", dal terrorismo ai diritti umani e ai test missilistici.

Le nuove sanzioni colpiscono "11 entità ed individui coinvolti in forniture per il programma missilistico balistico iraniano" e "cinque cittadini iraniani" accusati della stessa attività. L'annuncio ha un forte effetto mediatico, ma le misure hanno un impatto molto limitato, inesistente per la popolazione iraniana: si tratta di individui e piccole società coinvolti nella vendita di tecnologie cruciali, comprese le fibre di carbonio e componenti missilistici, che non potranno più accedere al sistema bancario Usa. Nulla in confronto alla revoca delle sanzioni decisa ieri, che consentirà a Teheran di rimettere le mani su oltre 100 miliardi di dollari congelati e di tornare nel mercato mondiale, a partire da quello petrolifero.

La svolta sul nucleare e lo scambio di prigionieri hanno sbloccato, come ha reso noto lo stesso Obama, anche una annosa disputa all'Aja, con la restituzione a Teheran di fondi bloccati dagli Usa dopo la crisi degli ostaggi ('79-'81), con tanto di interesse, per un totale di 1,7 miliardi di dollari. Pur promettendo di continuare a vigilare sull'ex nemico, Obama è parso porre l'accento sulla speranza di nuove relazioni costruttive di Teheran con gli Usa e con il mondo, dopo un accordo sul nucleare che rappresenta il suo più grande successo di politica estera assieme al disgelo con Cuba.

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