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MILANOCampagna anti frontalieri: sindacato italiano reagisce

28.09.10 - 15:54
Campagna anti frontalieri: sindacato italiano reagisce
MILANO - Il sindacato italiano CGIL intende reagire alla campagna "No all'invasione del frontalierato" in corso in Ticino con la serie di manifesti "bala i ratt". Il sindacato Unia Ticino chiede "una chiara e netta presa di distanze da parte di imprenditori e politici".

Il sindacato italiano Cgil "farà una campagna di informazione spiegando ai ticinesi che senza i frontalieri le loro aziende sarebbero in difficoltà o chiuderebbero" ha detto oggi all'agenzia di stampa italiana ANSA il segretario nazionale dei lavoratori frontalieri della CGIL, Claudio Pozzetti. Pozzetti ha poi affermato che intende chiedere "al Governo del Canton Ticino di intervenire". Parlando poi dei colleghi elvetici, ha rilevato che "i sindacati svizzeri ci sono sempre stati solidali e si è sempre agito insieme".

In precedenza il parlamentare del PdL Marco Zacchera, che è anche sindaco di Verbania, era già intervenuto a Roma con interrogazioni rivolte al ministro degli Esteri e a quello dell'Economia, denunciando che "nel Canton Ticino è in atto una campagna anti-italiani".

A sollevare le critiche del deputato la campagna pubblicitaria lanciata da uno studio locarnese che - afferma Zacchera - con un chiaro invito alla "derattizzazione", mette nel mirino, come esempio di "ratti" sgraditi, tre tipi di persone: gli stranieri che delinquono, i frontalieri e il ministro italiano dell'economia e delle finanze Giulio Tremonti.

Anche il sindacato Unia Ticino e Moesa ha reagito con indignazione alla nuova "campagna propagandistica di stampo neonazista" in atto in questi giorni in Ticino, ed ha espresso "la sua totale solidarietà ai lavoratori frontalieri e migranti attaccati in maniera così vile e irresponsabile".

Per Unia "ogni silenzio è complice" di fronte a manifesti e altri strumenti di comunicazione di massa che, utilizzando l'immagine dei ratti, rimandano alla propaganda antisemita del Terzo Reich. Il sindacato si aspetta quindi "una chiara e netta presa di distanze da parte degli ambienti imprenditoriali e politici, oltre che delle autorità ticinesi".

ATS
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