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Dal MondoCF: estensione libera circolazione, rafforzate misure accompagnamento

01.10.04 - 17:54
CF: estensione libera circolazione, rafforzate misure accompagnamento

BERNA - Le misure d'accompagnamento alla libera circolazione delle persone devono essere rafforzate per lottare più efficacemente contro il dumping salariale e sociale, in vista dell'estensione dell'accordo all'Unione europea a 25. Il Consiglio federale ha trasmesso oggi al parlamento il relativo progetto di legge, parallelamente al messaggio sul protocollo aggiuntivo all'accordo bilaterale sulla libera circolazione. Quest'ultimo dev'essere esteso ai dieci Paesi che dallo scorso maggio sono diventati membri dell'Ue.

Il parlamento si pronuncerà verosimilmente in dicembre. Il testo sarà sottoposto a referendum facoltativo. È quasi certo che l'elettorato sarà chiamato alle urne, poiché i Democratici svizzeri hanno già annunciato che utilizzeranno questo strumento della democrazia diretta per combattere l'esetensione. La votazione non dovrebbe aver luogo prima del 5 giugno 2005.

Alla luce dei risultati della procedura di consultazione, il governo non ha previsto nuove misure di accompagnamento per l'allargamento ad Est della libera circolazione. Si procederà però ad "un rafforzamento" e "un'ottimizzazione" del dispositivo in vigore dal 1. giugno scorso.

In particolare è prevista l'assunzione di "un numero sufficiente" di ispettori cantonali del lavoro per controllare l'applicazione dei meccanismi di sorveglianza. Il ministro dell'economia Joseph Deiss ha precisato che ne sono previsti circa 150, pari ad uno ogni 25mila lavoratori. La Confederazione si assumerà il 30 % dei costi salariali.

Il governo propone pure di agevolare il conferimento del carattere obbligatorio generale ai contratti collettivi di lavoro (CCL) in caso di dumping salariale abusivo e ripetuto. Per generalizzare l'obbligo non sarà più necessario che una quota minima di datori di lavoro attivi nel ramo abbiano aderito al CCL, ha spiegato Deiss. Sarà invece aumentata dal 30 al 50 % la proporzione dei dipendenti sottoposti al CCL.

Le proposte sottoposte al parlamento sono state elaborate da un gruppo di lavoro composto di rappresentanti dei partner sociali e della Confederazione. In procedura di consultazione i sindacati hanno giudicato queste misure come il minimo indispensabile. Al contrario, alcune organizzazioni padronali dei settori agricolo e alberghiero, come pure l'UDC le hanno considerate sproporzionate.

Il Consiglio federale le ritiene adeguate per lottare contro il dumping salariale e al contempo salvaguardare il "principale atout" della piazza economica elvetica, ossia la flessibilità del mercato del lavoro. Sulla base delle esperienze conseguite finora, il governo si dice fiducioso sull'estensione della libera circolazione delle persone. A suo avviso, non comporterà grossi problemi.

Per prevenire eventuali difficoltà, sono comunque state prese misure cautelative: l'accordo prevede un'apertura graduale e controllata del mercato del lavoro svizzero. Restrizioni - come la priorità dei lavoratori indigeni, il controllo dei salari e il contingentamento delle autorizzazioni di soggiorno - potranno essere mantenute fino al 2011 per i cittadini dei dieci nuovi membri dell'Ue.

Se necessario la Svizzera potrà anche fissare contingenti fino al 2014, ha precisato Christoph Blocher. Il ministro della giustizia ha d'altra parte messo in guardia contro i problemi che potrebbero sorgere se l'estensione della libera circolazione fosse rifiutata. L'Ue potrebbe allora denunciare questo accordo, provocando l'abrogazione di tutti quelli della prima serie di bilaterali, a causa della clausola che li collegava in un solo pacchetto.

ATS
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