Il sindacato smentisce di aver saputo in anticipo dell'intenzione della multinazionale di cancellare 265 posti nelle sedi di Losanna e Neuchâtel
ZURIGO - Non è vero che la multinazionale Philip Morris abbia informato il sindacato Unia in anticipo sull'intenzione di tagliare 265 posti di lavoro nelle sue sedi di Losanna e Neuchâtel.
In una nota odierna, il sindacato smentisce quanto affermato da un portavoce della società, ossia che Unia sia stata contattata su quanto stava per accadere.
In ogni caso, il sindacato intende lottare per impedire che una parte delle attività vengano trasferite all'estero, ossia Polonia, Portogallo e Gran Bretagna. Unia si adopererà affinché vengano rispettati i diritti dei lavoratori durante la procedura di consultazione.
Unia si appella anche ai rappresentanti dei due Cantoni coinvolti, affinché non si facciano strumentalizzare dalla direzione di Philip Morris. A Philippe Leuba, responsabile del Dipartimento dell'economia del canton Vaud, viene per esempio rimproverato di aver parlato di piano sociale generoso. Unia ricorda che, prima di negoziare un piano sociale, si deve esaminare durante la procedura di consultazione se non sia possibile preservare gli impieghi.
La notizia del ridimensionamento è stata annunciata lunedì scorso. In linea con quanto impone la legge in caso di licenziamenti collettivi, l'azienda ha lanciato una procedura di consultazione fra il personale, a cui sono associati anche i due cantoni coinvolti.
I dipendenti toccati dall'operazione dovrebbero essere informati al più tardi entro la fine di marzo; le loro posizioni saranno trasferite a Lisbona, Londra e Cracovia. Una volta terminata la prima fase ne scatterà poi una seconda, i cui contorni non sono stati ancora precisati.
La ristrutturazione - che non giunge a sorpresa: in dicembre i sindacati avevano parlato di un taglio fino a 350 impieghi - si inserisce nell'obiettivo dell'impresa di accelerare gli sforzi verso un futuro senza fumo. Il colosso statunitense intende infatti cambiare il suo modello d'affari, per imporre alternative alla sigaretta: in particolare prodotti a base di tabacco riscaldato, non bruciato.
Philip Morris fa sapere anche che vuole rimanere ancorato alla Svizzera - paese in cui è presente dal 1957 - dove si trova il centro operativo mondiale e la sede del comparto ricerca e sviluppo, unità che rimarranno entrambe nella Confederazione. Il gruppo ricorda di aver aumentato l'organico negli ultimi anni: fra Losanna, Neuchâtel e Zurigo dà lavoro a 3000 persone, sulle 77'000 nel mondo intero.