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EUROPAUn primo semestre con il vento in poppa per le utility europee

13.08.22 - 19:30
L'aumento dei prezzi dell'energia e l'apporto delle rinnovabili accantonano le incertezze legate a gas e inflazione
Depositphotos (Admusic)
Fonte Ats Ans
Un primo semestre con il vento in poppa per le utility europee
L'aumento dei prezzi dell'energia e l'apporto delle rinnovabili accantonano le incertezze legate a gas e inflazione

MILANO - Le utility europee resistono alla morsa dell'inflazione con un primo semestre che registra una crescita degli utili grazie all'aumento dei prezzi dell'energia, all'apporto che arriva dalle rinnovabili e dalle attività fuori dai confini del Vecchio continente.

Buone previsioni anche per il secondo semestre - La crescita dei risultati, secondo gli analisti di Bloomberg Intelligence, è destinata a proseguire anche nel secondo semestre nonostante le difficoltà legate alle forniture di gas dalla Russia, alla crisi idrica che indice sull'idroelettrico e alla volatilità dei prezzi dell'energia all'ingrosso.

Le utility si avviano, secondo gli analisti, a chiudere l'anno con crescita media del margine operativo lordo (Ebitda) del 2% e una stima per il 2023 del 7%. Le aziende europee del settore sembrano ben protette dalla volatilità dei prezzi, in quanto i loro ricavi tendono a essere indicizzati all'inflazione e ai tassi d'interesse. Tuttavia, il «ritardo con cui questi aggiustamenti vengono applicati e il potenziale contraccolpo normativo contro l'aumento delle tariffe per i clienti rimangono i rischi principali», spiega la ricerca.

Le migliori performance dei primi sei mesi - Significati sono i risultati del primo semestre di alcune delle maggiori utility integrate europee. La spagnola Iberdrola ha visto un utile netto di 2,1 miliardi di euro, con un margine operativo lordo del secondo trimestre a 3,47 miliardi di euro superiore al consensus. Anche la connazionale Endesa ha visto un crescita del 10% dell'utile netto a 916 milioni e il margine operativo lordo a 2,19 miliardi (+16,5%).

Risultati positivi anche per l'italiana Enel che ha visto un margine operativo lordo a 8,2 miliardi di euro (+5,3%) e l'utile netto a 2,1 miliardi. Maglia nera, invece, per il colosso francese Edf che sconta le difficoltà nella produzione di energia nucleare e idroelettrica. Il semestre ha visto un rosso di 5,3 miliardi e il crollo del margine operativo lordo sceso a 2,7% (-75%). I ricavi, invece, hanno visto un balzo del 66,4% a 66,3 miliardi.

Le incertezze future - Se si guarda alle prospettive dei prossimi mesi non si possono escludere alcuni rischi all'orizzonte che potrebbero incidere sulla crescita. Primo tra tutti il taglio alle forniture di gas da parte della Russia, con i prezzi del metano che sembrano destinati a rimanere elevati per i prossimi 12 mesi. Ci sono poi i provvedimenti messi in campo da diverse Governi europei per tassare gli extraprofitti. Decisioni che hanno già provocato polemiche e che, in alcuni casi, hanno già provocato impatti negativi sui risultati di molte società.

Le utility quotate in Borsa e inserite nell'indice Stoxx Europe 600, intanto, si preparano ad affrontare un significativo pacchetto d'investimenti per l'ammodernamento delle infrastrutture di rete e per aumentare la capacità di energia da fonti rinnovabili. Secondo le stime si tratta di un pacchetto di 95-100 miliardi di euro all'anno nel 2022-2023.

La spesa delle grandi società integrate potrebbe trovare un equilibrio puntando sulla capacità eolica e solare (45%), gli investimenti nelle reti (45%), e il resto (10%) destinato alla vendita al dettaglio di energia e ai servizi. Nello scenario attuale si registra un rallentamento sul fronte dello sviluppo dell'idrogeno che, nonostante sia destinato a svolgere un ruolo importante nei piani di decarbonizzazione, la sua diffusione potrebbe essere restare limitata fino al 2030.

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