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IRLANDA300 miliardi di profitti, zero tasse

03.06.21 - 17:49
Una filiale di Microsoft ha riacceso il dibattito sui paradisi fiscali
Reuters
Nel mirino, una filiale di Microsoft.
Nel mirino, una filiale di Microsoft.
300 miliardi di profitti, zero tasse
Una filiale di Microsoft ha riacceso il dibattito sui paradisi fiscali

DUBLINO - "Microsoft Round Island One", azienda filiale di Microsoft con sede in Irlanda, ha pagato zero tasse aziendali nel corso del 2020, nonostante un profitto di 315 miliardi di dollari (circa 280 miliardi di franchi).

Lo ha denunciato il quotidiano britannico Guardian, segnalando come l'impresa sia «residente fiscale» delle Bermuda. La filiale, che raccoglie i diritti di licenza per l'uso internazionale del software Microsoft (protetto da copyright), ha inoltre ben zero dipendenti, esclusi i dirigenti.

Come dimostra l'equivalente della Camera di Commercio irlandese, i profitti dell'azienda sono balzati da circa 10 miliardi di dollari nel 2019 a 315 miliardi di dollari l'anno dopo. Una cifra immensa, pensando che il PIL dell'interna Irlanda si ferma a 437 miliardi. Durante il corso dell'anno, l'azienda ha poi pagato due dividendi da 24,5 e 30,5 miliardi di dollari alla Microsoft Corporation.

Il gruppo attivista "Fair Tax Foundation", che spinge per una tassazione equa e trasparente, ha descritto la notizia come «incredibile», parlando di una «aggressione fiscale» di Microsoft «facilitata dall'Irlanda». Secondo il gruppo, soprattutto in un periodo di ripresa dal Covid, evitare ed evadere le tasse significa «inquinare in modo tossico i sistemi finanziari mondiali».

Un portavoce dell'azienda ha invece dichiarato che «Microsoft opera e investe in Irlanda da oltre 35 anni», ed è un «contribuente di lunga data dell'economia», con una struttura organizzativa e fiscale che «riflette il nostro complesso business globale». Comunque, in conclusione, «siamo pienamente conformi a tutte le leggi e i regolamenti locali nei paesi in cui operiamo».

L'annuncio di quanto risparmiato da Microsoft, e le conseguenti discussioni, arrivano inoltre proprio mentre i leader globali stanno affrontando il tema dell'evasione fiscale delle multinazionali, in vista del G7 previsto nel Regno Unito alla fine del mese.

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