La Corte Suprema ha respinto il Defense of Marriage Act, attesa per la decisione sul Proposition 8
NEW YORK - La Corte Suprema ha bocciato il Defense of Marriage Act (DOMA), la legge federale americana secondo cui il matrimonio è solo tra uomo e donna. La Corte Suprema ha stabilito l'incostituzionalità della norma con cinque voti a favore e quattro contrari, con il giudice Anthony Kennedy che ha fatto la differenza schierandosi con i quattro giudici scelti dai democratici. La norma, secondo la Corte, viola i diritti delle coppie gay negando loro i benefici federali riconosciuti dal matrimonio.
Un boato di gioia, grida e applausi della folla emozionata fuori dalla Corte Suprema hanno accolto la notizia della decisione di abrogare la Doma, la legge federale Usa che nega in sostanza le nozze gay. Tantissimi con bandiere con i colori del movimento gay e striscioni da giorni attendevano questa sentenza che oggi ha un carattere storico.
La Corte Suprema ha spianato la strada ai matrimoni gay evitando di decidere sulla Proposition 8, la legge della California che mette al bando le nozze omosessuali. I saggi federali rimandano la decisione ad una corte dello Stato con indicazione di abolire la legge. La Proposition 8, si spiega, sarà rimandata ad una Corte federale, con i nove saggi della Corte Suprema che indicano di seguire la strada della sua abolizione.
I ricorsi - In particolare, il Defense of Marriage Act (Doma) è stato presentato a New York e vede, come si dice in questi casi "Edith Windsor contro gli Stati Uniti". Edith Windsor è una donna lesbica sposata che chiede pieno riconoscimento al livello federale dei suoi diritti. Il secondo è stato presentato in California e si chiama: "Hollingworth contro Perry", due legali contrapposti, e riguarda l'abrogazione del il Proposition 8. Un giudizio che arriva dopo una lunga battaglia legale e politica, e persino un referendum, che ha messo al bando le nozze gay in California.
Cos'è il DOMA - Si tratta di una legge approvata a larghissima maggioranza il 3 gennaio del 1996 e poi varata da Bill Clinton il 21 settembre dello stesso anno. È molto breve, composta da un paio di articoli. A partire dal nome si capisce che si tratta di una provvedimento "che definisce e protegge l'istituzione del matrimonio". Il primo articolo tutela esplicitamente il 'marriage' tradizionale, quello tra eterosessuali, "negando ogni possibile beneficio di legge, al livello federale, a coppie gay o lesbiche già sposate nei singoli Stati che già autorizzano le nozze gay". Quindi indica chiaramente che "gli Stati Uniti riconoscono nella definizione di 'matrimonio' esclusivamente l'unione legale tra un uomo e una donna". Già nel programma elettorale di Obama nel 2008 era prevista la sua abrogazione.
Cos'è il Proposition 8 - È il nome dato al referendum, celebrato nel novembre del 2008, con cui si chiedeva di mettere al bando il diritto alle nozze gay stabilito dalla Corte Suprema dello stato della California pochi mesi prima, esattamente il 15 maggio 2008. Al termine di uno scontro feroce, il 52% degli elettori del Golden State votarono sì al referendum abolendo così il matrimonio tra omosessuali. A quel punto sono partiti i ricorsi e altri furibondi scontri legali. Infine, nell'agosto del 2010 il Tribunale di Los Angeles ha bocciato il quesito approvato dal referendum, definendo la Prop8 incostituzionale. Tutta la materia è quindi passata alla Corte Suprema Federale, che oggi dirà la parola finale anche su questa materia.