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FRANCIAMacron furioso: «Bisogna riscrivere completamente l'articolo»

30.11.20 - 20:39
Il presidente francese ha strigliato i membri del governo responsabili dell'articolo 24 della legge sulla sicurezza
Keystone
Fonte ats ans - Tullio Giannotti
Macron furioso: «Bisogna riscrivere completamente l'articolo»
Il presidente francese ha strigliato i membri del governo responsabili dell'articolo 24 della legge sulla sicurezza

PARIGI - «Quest'articolo ha provocato il caos. Mi avete messo in una situazione che poteva essere evitata. Bisogna riscriverlo completamente»: un Emmanuel Macron che i suoi ministri e collaboratori hanno descritto come «furioso» e «glaciale» nel rivolgersi ai membri del governo ha strigliato all'Eliseo i responsabili del famigerato articolo 24 della legge sulla sicurezza, quello che vieta di filmare e fotografare poliziotti in azione, anche durante le manifestazioni.

È stato necessario un vertice, una riunione di crisi per mettere in piedi un tentativo di uscire dal vicolo cieco nel quale il governo e la maggioranza si sono infilati negli ultimi giorni. Dove alla protesta per questa legge vista come "liberticida" dai francesi - anche se nata per proteggere gli agenti a rischio di ritorsioni o di pubblicazione dei loro volti sui social - si sono aggiunti i clamorosi casi di violenza da parte delle forze dell'ordine: prima lo sgombero a suon di manganellate e calci di centinaia di migranti da place de la République, poi l'ancora più incredibile caso del produttore musicale Michel Zecler fermato sotto il suo studio di registrazione, trascinato all'interno e picchiato per almeno 20 minuti da tre agenti che lo hanno insultato gridandogli «sporco negro». Due di loro sono in carcere, gli altri sono sotto inchiesta per violenze e abuso di potere. Uno di loro ha lanciato all'interno del locale di proprietà di Zecler, in cui erano asserragliati e terrorizzati anche diversi componenti di un gruppo di musica rap che stava registrando, un candelotto lacrimogeno, mettendo a rischio l'incolumità di tutti.

La rabbia che si è scatenata nelle piazze francesi sabato pomeriggio, ingiustificabile nelle abituali violenze e vandalismi dei black bloc, ha contribuito a far vacillare il governo. Al punto che Macron ha ordinato ai suoi la riscrittura dell'articolo, sperando che sia la strada giusta per uscire dalla crisi. Il presidente è apparso in un vicolo cieco fra la pressione della piazza e della sinistra, che chiede il ritiro dell'articolo che fa parte della legge sulla "sicurezza globale", e la destra che ne reclama la correttezza e la legittimità. Spalle al muro, all'Eliseo, c'erano il premier Jean Castex, il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin (principale bersaglio dei manifestanti di sabato e indicato come l'esponente che sposta più a destra l'esecutivo) e i capigruppo della maggioranza de La République en Marche.

«È una prima marcia indietro - ha commentato il leader dei deputati comunisti Fabien Roussel - ma noi vogliamo il ritiro dell'articolo e di tutta la legge». Darmanin, più che mai sotto pressione, si è presentato subito dopo il vertice davanti ai deputati per un'audizione in cui ha assicurato che «non c'è alcun divorzio fra la polizia e la popolazione», un'affermazione che sembra essere messa a dura prova da quanto si vede e si sente ad ogni manifestazione, sia che si tratti di studenti, di lavoratori, di gilet gialli o di movimenti d'opinione. Il malumore cresce anche nelle file del partito del presidente: «La linea Darmanin rende isterico il dibattito - ha detto Pascal Canfin, del movimento 'Renaissance' - spezza il punto d'equilibrio dell'elettorato della maggioranza». All'estrema destra, Marine Le Pen ha denunciato «il disordine che regna» in Francia con un governo che ha «perso il controllo» e dato prova di «compiacenza» con i black-bloc.

Macron la settimana scorsa è intervenuto mentre imperversava la protesta sui social per le immagini diffuse del pestaggio di Zecler da parte dei tre poliziotti, definendo quanto accaduto «una vergogna per la Francia». Adesso, strigliato il governo, prova a salvare una legge la cui sorte sembra, a molti, già segnata.

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