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STATI UNITIImpeachment al via al Senato: contro Trump ci sono nuove accuse

16.01.20 - 18:37
Il dibattimento si aprirà martedì prossimo mentre il presidente sarà al WEF, oggi la lettura formale degli articoli
keystone-sda.ch / STF (Julio Cortez)
Adam Schiff, il capo-processo per l'impeachment si dirige verso il Senato.
Adam Schiff, il capo-processo per l'impeachment si dirige verso il Senato.
Impeachment al via al Senato: contro Trump ci sono nuove accuse
Il dibattimento si aprirà martedì prossimo mentre il presidente sarà al WEF, oggi la lettura formale degli articoli

WASHINGTON - Si complica la posizione di Donald Trump nel processo di impeachment che, dopo la lettura dei capi di imputazione e il rituale giuramento dei senatori, entrerà nel vivo martedì prossimo proprio mentre il presidente sarà sul palcoscenico mondiale del Forum economico mondiale di Davos.

L'ultima tegola è un rapporto del Government Accountability Office, un organismo parlamentare indipendente di controllo del governo, che accusa la Casa Bianca di aver violato la legge bloccando gli aiuti militari a Kiev decisi dal Congresso. Una leva, secondo le accuse dell'impeachment, per sollecitare l'apertura di un'inchiesta su Hunter Biden e sul padre Joe, l'ex vicepresidente ora principale rivale di Trump nella corsa alla Casa Bianca. «La fedele esecuzione della legge non consente al presidente di sostituire le priorità del Congresso con le sue priorità politiche», si legge nel rapporto.

Ad aggravare la vicenda le rivelazioni legate a Lev Parnas, che nei mesi scorsi aveva deciso di collaborare con le autorità dopo il suo arresto per finanziamento illegale di un comitato elettorale pro Trump. L'imprenditore ha accusato pubblicamente per la prima volta su vari media che il tycoon «sapeva esattamente cosa stava succedendo» a proposito delle pressioni esercitate su Kiev dal suo avvocato personale Rudolph Giuliani.

Legale con cui lui stesso collaborò, restando ad esempio in contatto con l'allora procuratore generale ucraino Yuri Lutsenko, che aveva promesso informazioni sui Biden e premeva per far cacciare l'ambasciatrice americana a Kiev Marie Yovanovitch, ostile alle manovre di Giuliani. Quindi, secondo Parnas, Trump «mente» quando dichiara di non saperne nulla. «Agivo per conto di Giuliani e del presidente», ha assicurato, dicendosi pronto a testimoniare al Congresso.

Le sue rivelazioni arrivano dopo che i democratici alla Camera hanno diffuso altro materiale imbarazzante consegnato dallo stesso Parnas, che dimostra quanto fosse esteso lo sforzo suo e di altri nel far pressione su Kiev e quanto fosse ampiamente noto tra gli alleati di Trump, come confermano le sue e-mail al candidato repubblicano al Congresso Tom Hicks, donatore e amico di famiglia del presidente, e a Joseph Ahearn, fundraiser pro tycoon. Ci sono anche alcuni sms scambiati con Hicks (visitato oggi dall'Fbi) indicanti che quest'ultimo era in contatto con persone che stavano tenendo sotto controllo la Yovanovitch, poi cacciata da Trump.

I messaggi hanno indotto Kiev ad aprire un'inchiesta per accertare se ci sono state violazioni delle leggi ucraine e internazionali, ha spiegato il ministero dell'Interno. Kiev ha inoltre chiesto l'aiuto dell'Fbi per indagare sull'hackeraggio della società energetica Burisma, per la quale lavorava Hunter Biden. Hackeraggio attribuito allo spionaggio militare russo (Gru), lo stesso accusato di aver aiutato Trump rubando e diffondendo le e-mail del partito democratico per danneggiare la sua rivale Hillary Clinton.

Tutti sviluppi che «accrescono la necessità di nuovi documenti e nuovi testimoni», ha denunciato la speaker della Camera Nancy Pelosi, dopo essere finita nelle polemiche per aver firmato gli articoli d'impeachment con numerose penne di lusso regalate come 'souvenir' ai manager del procedimento.

Oggi intanto il Senato ha dato formalmente il via al processo, il terzo nella storia Usa, con la lettura formale degli articoli e il giuramento dei cento senatori davanti al capo della Corte suprema John Roberts, che presiederà il dibattimento.

«Renderò giustizia imparziale in base alla costituzione e alle leggi, che Dio mi aiuti», hanno dichiarato tutti. Anche quelli, come il leader repubblicano Mitch McConnell, che avevano promesso di non essere giudici imparziali.
 
 

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