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INDIAModi verso la riconferma

19.05.19 - 18:17
Gli exit poll concordano: la Nda, la coalizione guidata dal Bjp, oggi al governo, dovrebbe riavere la maggioranza, seppure ridimensionata rispetto ai risultati del 2014
KEYSTONE/EPA (RAJAT GUPTA)
Il premier Narendra Modi va verso la riconferma.
Il premier Narendra Modi va verso la riconferma.
Modi verso la riconferma
Gli exit poll concordano: la Nda, la coalizione guidata dal Bjp, oggi al governo, dovrebbe riavere la maggioranza, seppure ridimensionata rispetto ai risultati del 2014

NEW DELHI - Gli exit poll concordano: la Nda, la coalizione guidata dal Bjp, oggi al governo, dovrebbe riavere la maggioranza, seppure ridimensionata rispetto ai risultati del 2014, quando aveva ottenuto 336 seggi. Sui media indiani è iniziata infatti la saga delle previsioni, vietate durante la campagna; un tormentone che durerà per quattro giorni, fino al 23 di maggio, quando la Commissione Elettorale renderà noti i risultati definitivi di tutti i seggi.

Secondo gli undici sondaggi resi noti nelle ultime ore, i seggi ottenuti dalla Nda andrebbero dai 242 previsti da Neta-News, ai 306 indicati da Times Now. Una forbice piuttosto ampia caratterizza anche gli exit polls per l'Upa, la coalizione guidata dal partito del Congresso, che vanno dagli appena 118 parlamentari previsti da India News, ai 164 di Neta News.

Gli exit polls sono stati diffusi subito dopo le 18, non appena si sono chiuse le urne per l'ultima delle sette giornate della maratona elettorale indiana per il rinnovo della Lok Sabha, la Camera Bassa, ovvero il Parlamento, iniziata l'11 di aprile.

Al voto quasi cento milioni di elettori, in sette stati e una unione territoriale, per assegnare gli ultimi 59 dei 543 seggi uninominali, per i quali si erano presentati 918 candidati.

Sui media i commentatori sono scatenati nel raffronto di scenari e analisi: se in passato gli exit polls indiani si erano rivelati largamente inattendibili, dal 2014, al contrario, le previsioni si sono decisamente avvicinate ai risultati effettivi.

Si saprà con certezza solo dopo il 23 di maggio quale direzione prenderà il paese: ma ciò che è largamente prevedibile, è che, ancora una volta, Narendra Modi, NaMo, avrà la parte del protagonista, anche se ridimensionato. Come peraltro è accaduto in tutta la campagna elettorale appena conclusa.

La battaglia, infatti, più che sui problemi dell'India e sugli scenari futuri è stata giocata quasi interamente, da entrambe le parti, sulla sua figura, in un crescendo di toni, aggressività e attacchi, che non hanno risparmiato, nelle ultime fasi, neppure le figure dei padri della patria. Se all'inizio si era vagamente insistito sui programmi, e si era discusso di problemi reali, economia in crisi, disoccupazione giovanile, estremismo induista, insicurezza delle minoranze, senso di crescente minaccia per i musulmani, che sono il 14 per cento degli indiani, col passare delle settimane la disputa si è andata trasformando in un vero referendum pro o contro Modi.

Più ancora che sui risultati dei suoi cinque anni di governo e sulle realizzazioni delle promesse del 2014, tuttavia, i quaranta giorni di campagna si sono accentrati sulla figura, sullo stile del Premier, sul suo essere un leader solitario, quasi misterioso, incapace di empatia, ma di grande presa sulle masse; sulla sua enfatizzazione di un induismo integralista ed estremista. Una dimensione che lo stesso Bjp ha decisamente enfatizzato, giocando tutto su Narendra Modi, NaMo, ovunque, in tutta l'India. E, stando agli exit polls, vincendo, di nuovo.

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