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REGNO UNITOMay riunisce il governo, si parlerà ancora di dimissioni

25.03.19 - 11:12
Si apre una nuova settimana chiave per la Brexit, l'uscita di scena della premier potrebbe diventare moneta di scambio con i franchi tiratori
Keystone
La proposta potrebbe essere dimissioni in cambio del voto per la Brexit secondo l'accordo con l'Ue.
La proposta potrebbe essere dimissioni in cambio del voto per la Brexit secondo l'accordo con l'Ue.
May riunisce il governo, si parlerà ancora di dimissioni
Si apre una nuova settimana chiave per la Brexit, l'uscita di scena della premier potrebbe diventare moneta di scambio con i franchi tiratori

LONDRA - Theresa May ha riunito il suo governo per fare il punto sulla Brexit dopo il rinvio concesso dall'Ue aprendo un'altra settimana chiave, ma non necessariamente decisiva, per provare a uscire dallo stallo.

La premier Tory, secondo Itv, ha promesso ieri in un vertice informale di partito nella residenza dei Chequers di essere pronta a dimettersi se i ribelli brexiteer appoggeranno finalmente la ratifica dell'intesa di divorzio da lei raggiunta con Bruxelles.

I falchi presenti - fra cui Boris Johnson, Dominic Raab, Steve Baker e Jacob Rees-Mogg - sarebbero rimasti tuttavia sulle loro in mancanza di un impegno preciso sulla data del passo indietro.

Al momento non è dunque ancora chiaro se e quando il governo chiederà di rimettere ai voti dei Comuni l'accordo, già bocciato due volte. Mentre la Camera potrebbe provare a sottrarre oggi all'esecutivo il controllo con alcuni emendamenti in agenda per la serata fra cui quello che mira a fissare per mercoledì una serie di "voti indicativi" su proposte alternative: da un piano B per una Brexit più soft, al no deal, a un referendum bis.

Intanto l'Ue si prepara per il "no deal" - Alla luce di «rischi di uno scenario di no deal sempre più verosimili», l'Ue e gli Stati membri hanno sostanzialmente «completato» la preparazione in caso di un'uscita traumatica dall'Ue della Gran Bretagna. Lo ha annunciato la Commissione Ue, spiegando che anche quasi tutte le misure legislative (17 su 19) sono già state adottate e le rimanenti dovrebbero esserlo «rapidamente».

Anche i 27, dopo le missioni compiute in ogni Stato membro dai vertici di Bruxelles, sono sostanzialmente «pronti», assicurano fonti Ue, con i Paesi più esposti quali Francia, Olanda, Belgio, Irlanda ma anche Spagna e Danimarca che hanno approntato checkpoint con controlli alle frontiere, in particolare per le merci agroalimentari, assumendo nel complesso un paio di migliaia di nuove guardie.

Le misure adottate dall'Ue per evitare i maggiori danni nel trasporto aereo, ferroviario, stradale e marittimo, commercio, pesca, Erasmus, mobilità dei cittadini e fondi Ue sono - si sottolinea a Bruxelles - "unilaterali, limitate nel tempo, e non sostituiscono l'accordo di divorzio".
 
 

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