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ITALIALa Consulta "salva" la legge Merlin, il reclutamento è punibile

06.03.19 - 17:54
Le questioni erano state sollevate con specifico riferimento all'attività di prostituzione liberamente e consapevolmente esercitata dalle cosiddette escort
Ti-Press, archivio
La Consulta "salva" la legge Merlin, il reclutamento è punibile
Le questioni erano state sollevate con specifico riferimento all'attività di prostituzione liberamente e consapevolmente esercitata dalle cosiddette escort

ROMA - Chi agevola la prostituzione commette un reato anche quando si tratta di escort. Non ha retto di fronte alla Corte costituzionale la tesi secondo cui la prostituzione esercitata liberamente e consapevolmente è un'espressione della libertà sessuale e quindi non sarebbe punibile, in questo caso, l'intermediatore tra prostituta e cliente.

A sostenerla erano gli avvocati di Giampaolo Tarantini e Massimiliano Verdoscia, entrambi imputati nel processo d'appello in corso a Bari sul caso delle escort presentate tra il 2008 e il 2009 all'allora premier Silvio Berlusconi.

Il procedimento si era interrotto nel febbraio 2018 quando i giudici d'appello, facendo proprie l'istanza dei legali, avevano deciso di inviare gli atti alla Consulta per sottoporle i dubbi di legittimità sulla legge Merlin nel caso di prostituzione volontaria. Un quesito di grande attualità a pochi giorni dalla proposta del ministro Salvini di riaprire le case chiuse.

Se la Corte costituzionale avesse accolto quei dubbi e li avesse tradotti in una pronuncia di illegittimità, le accuse di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione nei confronti di Tarantini e Verdoscia sarebbero cadute. Ma alla luce della decisione, che si chiarirà con il deposito della sentenza nelle prossime settimane, quelle accuse restano invece in piedi.

Ed esce confermata l'impostazione sostenuta dalla Presidenza del Consiglio che, costituitasi in giudizio, aveva chiesto che la questione fosse dichiarata infondata, altrimenti - come detto dall'avvocato dello Stato Gabriella Palmieri - c'è il rischio di un vuoto di tutela per i soggetti più esposti.

A 61 anni dalla sua promulgazione, infatti, i giudici costituzionali hanno "salvato" in toto la legge voluta da Lina Merlin che decretò la fine delle case chiuse. Secondo la Corte l'impianto della norma, che configura la prostituzione come attività in sé lecita, ma punisce tutte le condotte di terzi che la agevolino o la sfruttino, è in linea con la Costituzione; e il reato di favoreggiamento non contrasta col principio di determinatezza e tassatività della fattispecie penale.

«La legge Merlin è salva e non si tocca» dice la senatrice del PD Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio. Soddisfatta Differenza donna: «Da questo risultato - tiwtta la ong - occorre ora partire per una grande mobilitazione per i diritti e la libertà delle donne». «Ora la legge è più forte», sottolinea l'associazione Papa Giovanni XXIII.

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