7 deputati hanno annunciato oggi l'uscita dal partito. Contestano la posizione del partito sulla Brexit e l'inazione di Corbyn sull'antisemitismo
LONDRA - Scissione sullo sfondo dei contrasti sulla Brexit nel Labour di Jeremy Corbyn: 7 deputati pro-referendum bis hanno annunciato oggi l'uscita dal partito.
Il gruppo sembra voler così minare le prospettive crescenti del piano B proposto dalla stesso Corbyn per una Brexit più soft rispetto a quella della premier Tory, Theresa May, ma pur sempre d'una Brexit. I ribelli giustificano la loro decisione anche con l'inazione imputata al leader contro fenomeni di "antisemitismo istituzionalizzato" in settori della base laburista di sinistra.
Luciana Berger, Chuka Umunna, Gavin Shuker, Chris Leslie, Angela Smith, Mike Gapes and Ann Coffey have all resigned from the Labour Party.
— The Telegraph (@Telegraph) 18 febbraio 2019
I 7 dissidenti appartengono tutti all'ala centrista e liberal del Labour britannico, ostile al "progetto socialista" di Corbyn. Si tratta di Chuka Umunna, Chris Leslie, Angela Smith, Mike Gapes, Gavin Shuker e Ann Coffey, nonché di Luciana Berger, parlamentare ebrea in prima fila nella denuncia di episodi di antisemitismo nel partito. Per ora intendono dar vita ai Comuni a un gruppo di indipendenti.
L'iniziativa, ampiamente preannunciata, è stata formalizzata proprio mentre la linea di compromesso avviata sulla Brexit da Corbyn - atteso a Bruxelles giovedì per colloqui paralleli con i negoziatori Ue rispetto a quelli del governo May - sembrava poter conquistare spazi di manovra grazie alle divisioni Tory. E a nulla sono serviti gli appelli di vari esponenti laburisti di spicco, sia corbyniani sia anti-corbyniani, a restare per evitare di favorire i conservatori e a continuare la battaglia all'interno. L'ex ministro Leslie, parlando a nome degli altri fuoriusciti, ha accusato la sinistra di Corbyn di aver "sequestrato" il partito e di non lasciargli altra scelta.
L'ultima scissione analoga nel Labour risale al 1981, quando la cosiddetta "banda dei quattro", formata dagli europeisti David Owen, Bill Rodgers, Roy Jenkins e Shirley Williams, diede vita al Partito Socialdemocratico: progetto poi sostanzialmente fallito e assorbito nella fusione dei Liberaldemocratici.
Secondo commentatori come Robert Peston, Umunna, Leslie e compagni potranno in effetti mettere i bastoni fra le ruote a Corbyn, ma rischiano di allontanare ancor di più l'obiettivo - già problematico - di un secondo referendum sulla Brexit: visto che la spaccatura appare destinata a rafforzare le esitazioni e i sospetti della leadership laburista rispetto alla frazione dei pro-Remain più irriducibili, di cui i 7 fanno parte.