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VENEZUELAL'81,9% della popolazione appoggia Guaidó

31.01.19 - 16:58
L'Eurocamera riconosce il presidente dell'Assemblea Nazionale di Caracas
Keystone
L'81,9% della popolazione appoggia Guaidó
L'Eurocamera riconosce il presidente dell'Assemblea Nazionale di Caracas

CARACAS - L'81,9% dei venezuelani considera che Juan Guaidó, il presidente del parlamento che ha assunto i poteri dell'esecutivo, è il leader politico più affidabile del Paese, contro il 13,4% che preferisce invece il presidente Nicolas Maduro, secondo un sondaggio diffuso oggi dalla società Hercon Consultores.

Nella stessa inchiesta demoscopica, il 70,4% degli intervistati si dichiara "molto soddisfatto" dal comportamento dell'Assemblea nazionale, l'80,2% considera che il Consiglio nazionale elettorale (Cne) «agisce a favore degli interessi politici di Maduro», l'82,1% considera che l'Assemblea nazionale dovrebbe nominare nuove autorità del Cne e convocare elezioni e il 77,% ha detto che in caso di elezioni voterebbe per l'opposizione, contro il 12,1% che voterebbe per Maduro.

Il sondaggio è stato elaborato a partire da 999 contatti telefonici effettuati dal 25 al 30 gennaio con adulti iscritti nelle liste elettorali e statisticamente rappresentativi.

L'Eurocamera riconosce Guaidò - Via libera dalla miniplenaria del Parlamento europeo alla risoluzione non legislativa che riconosce Juan Guaidò, presidente dell'Assemblea Nazionale di Caracas, come presidente legittimo ad interim del Venezuela.

I deputati europei hanno esortato l'Alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e gli Stati membri a fare altrettanto fino a quando non saranno indette nuove elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili per ripristinare la democrazia.

Con una risoluzione non vincolante, adottata con 439 sì, 104 no e 88 astensioni, i deputati ribadiscono il loro pieno sostegno all'Assemblea nazionale, l'unico organo democratico legittimo del Venezuela, i cui poteri devono essere ripristinati e rispettati, comprese le prerogative e la sicurezza dei suoi membri.

Dopo il riconoscimento del presidente ad interim, l'Ue e i suoi Stati membri dovrebbero riconoscere i rappresentanti nominati dalle autorità legittime, aggiunge il Parlamento europeo.

I deputati condannano inoltre la feroce repressione e la violenza, che hanno provocato vittime, e chiedono alle autorità venezuelane de facto di far cessare tutte le violazioni dei diritti umani e far sì che i responsabili siano chiamati a renderne conto. A questo proposito, sostengono la richiesta del Segretario generale delle Nazioni Unite di condurre un'indagine indipendente e completa sulle uccisioni perpetrate.

Il Parlamento chiede all'Alto Rappresentante di impegnarsi con i paesi della regione per creare un gruppo di contatto, come indicato nelle conclusioni del Consiglio del 15 ottobre 2018, che possa mediare fra le parti e raggiungere un accordo sulla richiesta di «elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili sulla base di un calendario comune, di condizioni eque per tutti gli attori coinvolti, della trasparenza e del monitoraggio internazionale».

L'Italia non riconosce Guaidó - «L'Italia non riconosce (Juan Gerardo) Guaidó perché siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un altro Paese. Si chiama principio di non ingerenza ed è riconosciuto dalle Nazioni Unite». Così il sottosegretario agli esteri italiano Manlio Di Stefano (Movimento 5 Stelle) in un'intervista in onda alle 18.30 nel Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando il via libera del parlamento europeo al riconoscimento di Guaidó come presidente legittimo ad interim del Venezuela.

Francia: «Elezioni entro domenica o riconosceremo Guaidó» - La Francia "riconoscerà" l'oppositore venezuelano Juan Guaidó come "presidente ad interim" del Venezuelase se non verranno annunciate elezioni entro domenica: lo ha annunciato oggi il primo ministro Edouard Philippe in parlamento, aggiungendo che il riconoscimento avverrà «in pieno coordinamento con i nostri partner europei, con la Germania, con la Spagna, con la Gran Bretagna».

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