Cerca e trova immobili

REGNO UNITO«Nessun accordo segreto sulla Brexit»

04.11.18 - 20:28
Theresa May smentisce il Times che oggi aveva rivelato un'intesa raggiunta dietro le quinte fra la premier britannica e i leader dell'Unione europea
«Nessun accordo segreto sulla Brexit»
Theresa May smentisce il Times che oggi aveva rivelato un'intesa raggiunta dietro le quinte fra la premier britannica e i leader dell'Unione europea

LONDRA - Per chiudere un accordo sulla Brexit fra Londra e Bruxelles, se accordo vi sarà, restano al massimo tre settimane o giù di lì. Ma per ora sulla scena ci sono soltanto illazioni. Come quella - non la prima, forse nemmeno l'ultima - evocata dal Sunday Times di Murdoch d'una possibile intesa "segreta" ormai raggiunta dietro le quinte fra Theresa May e i leader Ue per un patto di divorzio non troppo hard.

L'indiscrezione arriva da fonti, anonime, sia britanniche sia europee. E nessuno può escludere che stavolta sia quella buona, anche se mancano conferme ufficiali di sorta e Downing Street insiste anzi a gettare acqua sul fuoco delle aspettative.

Stando al Times, in ogni caso, la quadratura del cerchio potrebbe consistere in una permanenza temporanea dell'intera Gran Bretagna nell'unione doganale, come soluzione per garantire il mantenimento d'un confine senza barriere fra Irlanda del Nord e Irlanda, ma pure evitare una diversità di status rispetto all'Ue fra la stessa Irlanda del Nord e il resto del Regno.

Se confermata, si tratterebbe di una concessione al governo May, in grado di allentare l'intricato nodo irlandese senza ricorrere al cosiddetto backstop: il meccanismo di salvaguardia preteso finora da Bruxelles per conservare inalterata la frontiera aperta fra Belfast e Dublino anche in mancanza di un successivo accordo generale con Londra sulle relazioni future destinato a essere negoziato più avanti, entro il termine del periodo di transizione già delineato fino al 31 dicembre 2020.

Non solo. Per facilitare le cose alla premier Tory sulla trincea interna, e consentirle di provare a tenere a bada la prevedibile ribellione dei "brexiteers" ultrà in seno al suo partito, l'intesa conterrebbe anche un'esplicita "clausola d'uscita" da questo legame doganale temporaneo: un diritto di recesso esercitabile dai britannici in ogni momento e tale da allontanare "l'ombra" di un regime sulla carta transitorio, ma di fatto sine die fino al raggiungimento dell'accordo definitivo sulle relazioni future.

Accordo definitivo la cui cornice pare peraltro già indicata nella bozza filtrata sul Times secondo i parametri di un trattato di libero scambio super privilegiato con i 27. Ossia del modello detto "Canada plus", non sgradito in teoria neppure ai Tories più euroscettici alla Boris Johnson.

Sia come sia, l'entourage di Theresa May per oggi frena. E liquida l'intero scenario con la parola "speculation", cioè come una "congettura" senza fondamento certo, pur aggiungendo che gli ultimi contatti negoziali con Michel Barnier sono andati "bene".

Tanto le "rivelazioni", quanto le (mezze) smentite vanno del resto prese con le molle in attesa d'un annuncio formale: nero su bianco e con la firma di entrambe le parti. In particolare da Londra, dove la premier non può non continuare a barcamenarsi sul filo d'una maggioranza parlamentare risicata: stretta fra i malumori dei falchi e dei vitali alleati della destra unionista nordirlandese (DUP) di fronte a qualunque idea di compromesso; e quelli dei moderati della nicchia Tory più "eurofila" (numericamente inferiore ai Comuni, eppure potenzialmente non irrilevante) che al contrario il compromesso vorrebbe spingerlo fino in fondo e guarda al fronte trasversale favorevole a un referendum bis.

Opzione invocata giusto oggi in una lettera aperta anche da 70 top manager o ex manager della City, uomini e donne. Ma che May - nel timore di spaccare di nuovo il Paese e soprattutto di mandare in pezzi il Partito Conservatore - non ha la minima intenzione di concedere. Salvo terremoti.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE