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REGNO UNITONegoziato sulla Brexit: è stallo

18.10.18 - 07:26
Rinviato il vertice straordinario previsto a novembre. Il capo negoziatore della UE: «Occorre tempo»
Keystone
Negoziato sulla Brexit: è stallo
Rinviato il vertice straordinario previsto a novembre. Il capo negoziatore della UE: «Occorre tempo»

LONDRA - Il negoziato sulla Brexit non esce dallo stallo, e salta il vertice straordinario a novembre. I 27 leader si sono comunque detti pronti a convocare un summit, quando il capo negoziatore della Ue, Michel Barnier, farà sapere che sono stati fatti «progressi decisivi».

«L'accordo sulla Brexit» comunque «è ancora possibile». I capi di stato e di governo, Theresa May compresa, lo hanno ripetuto come un mantra. Ma occorre «molto più tempo» per raggiungerlo, e tanto, molto lavoro, «con calma e con pazienza», come ha messo in guardia, senza giri di parole, Barnier. Fonti di Downing street hanno fatto sapere che la premier britannica ha incitato i colleghi a mostrare «coraggio, fiducia e leadership» per raggiungere un'intesa, ribadendo di essere impegnata a trovare una soluzione per una "garanzia legalmente operativa" per mantenere aperte le frontiere tra Irlanda e Irlanda del nord.

Il nuovo elemento sul tavolo è l'apertura di Londra e dei 27 ad un'estensione di un anno del periodo di transizione (attualmente previsto fino a dicembre 2020), per garantire più tempo per concordare il nuovo rapporto futuro tra il Regno Unito e l'Unione europea. Un modo per aumentare la possibilità di siglare la partnership, riducendo al tempo stesso le probabilità di un'entrata in vigore del cosiddetto "backstop" - il meccanismo legale a garanzia di frontiere aperte tra Irlanda e Irlanda del nord - a cui fare ricorso nel caso in cui tutti gli altri tentativi fallissero, e «nodo gordiano» su cui la trattativa si è incagliata.

Fonti di Downing Street, in giornata, avevano precisato che May non era interessata ad un'estensione della transizione. Ma al suo arrivo al vertice, la premier, di fronte alle domande dei dei giornalisti, ha glissato sul punto. E poco più tardi, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha rivelato che l'opzione è stata presa in considerazione nel dibattito tra i leader, descrivendo un atteggiamento positivo da parte di May, sebbene la premier non abbia portato «sostanziali novità nei contenuti». Fonti poi hanno chiarito che May ai 27 ha detto di essere «pronta a prendere in considerazione la proposta».

Sul tavolo, anche la possibilità di aggiungere un paragrafo sul backstop nell'accordo di divorzio ("two tear backstop"), in cui si anticipa che nell'intesa sulle relazioni future tra Londra e Ue, il Regno Unito potrà restare nell'unione doganale. Un modo che potrebbe risolvere il problema delle frontiere nel mare irlandese, inaccettabile per i "brexeeter"s.

«Ci siamo al 90%, e proveremo di tutto» per farcela, ha assicurato la cancelliera tedesca Angela Merkel, in prima linea nel pressing su Londra assieme al presidente francese Emmanuel Macron, che ha insistito «sull'urgenza» di una svolta nella trattativa, ed ai presidenti di Commissione e Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, che anche oggi si sono riuniti in bilaterale con la premier britannica.

Ma sull'estensione del periodo di transizione sono emerse anche opinioni diverse: se per il premier irlandese Leo Varadkar «vale la pena discuterne, anche se - ha puntualizzato - non può essere un'alternativa al backstop», per lo slovacco Peter Pellegrini potrebbe «demotivare le parti» a dare una svolta alla trattativa. L'olandese Mark Rutte si è mostrato comunque «cautamente ottimista», mentre il belga Charles Michel ha detto di essere al lavoro sui preparativi per tutti gli scenari, compreso quello di un mancato accordo.

«Il dramma non è ancora arrivato al suo atto finale, c'è ancora tempo, vedremo se ci sarà un vertice a novembre o anche più summit», ha sdrammatizzato la presidente lituana Dalia Grybauskaite, nota per il suo parlare franco. Il punto, ha indicato, è «che non c'è ancora da parte britannica una posizione chiara su cosa vogliono, ci dicano cosa vogliono, tuttora non lo sanno nemmeno loro». Una volta che May è uscita dalla stanza, la cena è andata avanti a 27, anche per prepararsi allo scenario peggiore, quello di un "no deal", con un piano B.

Intanto a Londra il ministro per la Brexit, Dominic Raab, ha puntualizzato che «la procedura di voto» per ratificare un eventuale accordo «dovrà permettere una decisione senza equivoci»: l'intenzione è quella di evitare un dibattito articolato nel quale le divisioni interne all'aula e alla stessa maggioranza risicata che sostiene il governo May possano esplodere, impallinando l'accordo all'ultimo momento.

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