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STATI UNITIScoppia il caso Rosenstein: «Voleva registrare Trump»

21.09.18 - 21:36
È una bomba quella che sgancia il New York Times, che cita diverse fonti del Dipartimento di giustizia e dell'Fbi
Keystone
Scoppia il caso Rosenstein: «Voleva registrare Trump»
È una bomba quella che sgancia il New York Times, che cita diverse fonti del Dipartimento di giustizia e dell'Fbi

NEW YORK - Negli Stati Uniti scoppia il 'caso Rosenstein'. Il viceministro della giustizia avrebbe proposto a suo tempo di indossare una cimice per registrare segretamente il presidente Donald Trump durante gli incontri alla Casa Bianca.

Non solo, Rosenstein avrebbe affermato più volte nel corso di riunioni di lavoro di essere in grado di convincere alcuni membri del governo a rimuovere Trump per «manifesta incapacità di governare», attraverso il ricorso al 25esimo emendamento della Costituzione americana.

È una bomba quella che sgancia il New York Times, che cita diverse fonti del Dipartimento di giustizia e dell'Fbi. Il secondo scoop in poche settimane del quotidiano, dopo la pubblicazione della lettera di un anonimo alto funzionario Usa che parla di una «resistenza silenziosa» all'interno dell'amministrazione, per limitare i danni del tycoon.

I fatti di Rosenstein risalgono alla primavera del 2017, dopo che Trump aveva licenziato il numero uno dell'Fbi James Comey. Fu proprio il viceministro della giustizia, dopo l'uscita di scena di Comey, ad affidare le indagini sul Russiagate al procuratore speciale Robert Mueller, di fatto in questa fase il nemico numero uno di Trump. Erano giornate molto convulse, con uno scontro istituzionale tra un presidente e l'Fbi senza precedenti.

Rosenstein - racconta il New York Times - nel corso di alcune discussioni lanciò l'idea di intercettare lui stesso il presidente, per provare il caos che regnava in quelle ore alla Casa Bianca. Qualcuno all'inizio la prese come una battuta, ma Rosenstein avrebbe ribadito la proposta più volte dimostrando di essere serio sulla questione. E parlando anche di possibili intercettazioni da parte dell'Fbi.

Diverse fonti raccontano ancora al New York Times che il viceministro della giustizia, proprio in virtù di quella confusione che voleva immortalare su di un nastro, evocò più volte il ricorso al 25esimo emendamento, che permette di 'licenziare' un presidente se la maggioranza dei membri del governo riconosce la sua incapacità a governare. E Rosenstein assicurò in più di un'occasione di poter reclutare più di un ministro, Tra questi l'allora responsabile del Dipartimento per la sicurezza nazionale, John Kelly, oggi capo dello staff della Casa Bianca che molti danno in uscita, e il ministro della giustizia Jeff Sessions, costantemente 'bullizzato' da Trump per essersi tirato fuori dalle indagini sul Russiagate, aprendo la strada alla nomina del procuratore speciale Mueller.

In una dichiarazione Rosenstein ha definito l'articolo del New York Times «inaccurato» negando con forza il racconto e sottolineando come comunque non ci siano le basi per ricorrere al 25esimo emendamento contro il presidente Trump.

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