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UNIONE EUROPEANel primo budget post-Brexit l'Ue taglia sull'agricoltura

14.02.18 - 13:41
Priorità riviste nel documento che potrebbe entrare in vigore a partire dal 2021
Keystone
Nel primo budget post-Brexit l'Ue taglia sull'agricoltura
Priorità riviste nel documento che potrebbe entrare in vigore a partire dal 2021

BRUXELLES - Tagli alle 'vecchie' priorità cioè politica agricola e di coesione, e aumenti alle nuove emergenze soprattutto immigrazione, sicurezza e difesa. Con un occhio al rilancio di ricerca, innovazione e digitale, per poter vincere la sfida della competitività. Questa, in sintesi, la proposta della Commissione Ue sul primo bilancio pluriennale del post-Brexit, che partirà dal 2021.

Il documento di Bruxelles parte dalla considerazione che con l'uscita del Regno Unito si perderà un «significativo» contributo al finanziamento delle politiche Ue. Per questo è necessario «uno sguardo critico sui tagli e l'efficienza delle priorità». Che, rispetto a cinque anni fa quando fu negoziato l'attuale bilancio, sono cambiate.

Ad esempio, ora «gli europei mettono la sicurezza tra le priorità top», spinti dall'"instabilità alle porte dell'Ue». Per questo, la spesa dedicata al controllo delle frontiere esterne deve cambiare. Tre gli scenari suggeriti dalla Commissione: raddoppiare l'attuale spesa di 4 miliardi di euro per sfruttare al massimo i sistemi di controllo già in campo; aumentarla a 20-25 miliardi per creare un vero sistema integrato di controllo delle frontiere esterne, raddoppiando il personale che salirebbe a 3000 unità; fare un deciso passo verso un sistema come Stati Uniti e Canada, con una spesa che sale a 150 miliardi e il personale che diventa di 110mila unità.

Anche creare «una vera Unione della difesa», altra nuova priorità, necessita di «un investimento significativo». Di «almeno 3,5 miliardi» per la ricerca, e 7 per lo sviluppo industriale. Sull'Erasmus, programma di punta dell'Ue attualmente dotato di 14 miliardi, si deve investire 30 miliardi minimo per raddoppiare i numeri attuali di studenti che vanno all'estero, oppure arrivare ad un totale di 90 miliardi per dare la possibilità di muoversi ad uno studente su tre. Il digitale va raddoppiato, portando la spesa a 70 miliardi, così come i settori di ricerca e innovazione la cui spesa deve aumentare almeno del 50%, possibilmente raddoppiare a 160 miliardi.

Inoltre, una linea del budget (25 miliardi) andrà ad aiutare i Paesi impegnati con le riforme, e altri fondi serviranno per aiutare quelli che vogliono entrare nell'euro.

Le uniche voci di spesa per le quali la Commissione propone scenari di tagli, sono le politiche di coesione e quelle agricole. Per le prime, Bruxelles propone tre scenari: mantenere lo status quo, con fondi che continuano a sostenere tutte le Regioni, tagliare di un quarto aiutando solo quelle meno sviluppate oppure tagliare di un terzo e di fatto sostenere solo i Paesi dell'Est Europa. Anche sulla politica agricola si propone lo status quo, oppure un taglio del 15% o uno più pesante del 30%.

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